Juventus, un anno con la J: il logo funziona

Ma la rivoluzione non è ancora finita: l’obiettivo è il mondo
Juventus, un anno con la J: il logo funziona

TORINO - Il nuovo logo non è più nuovo. Compie oggi un anno la doppia “J” diventata ormai talmente famigliare da dare l’impressione alla stragrande maggioranza dei tifosi di essere sempre stata lì. Eppure è stato un momento emotivamente traumatico quando, esattamente un anno fa a Milano, si toglievano i veli al simbolo da da quel momento in poi avrebbe rappresentato la Juventus ovunque e in qualsiasi momento. D’altronde lo strappo rispetto alla tradizione (il leggendario “ovale” che aveva tenuto compagnia per un secolo, con pochissimi cambiamenti) era stato violento per alcuni tifosi, tiepidini di fronte alla novità. Un anno dopo non ci sono ancora numeri per misurare la penetrazione del logo a livello commerciale, ma di un dato alla Juventus sono certi: non sono più arrivate lamentele o critiche.

LA FESTA PER IL NUOVO LOGO

E la maglia con il nuovo marchio sul petto ha avuto un enorme successo. La novità, insomma, è stata digerita. A suo modo questo è il primo passaggio di una rivoluzione ancora lunga, perché la Juventus con il nuovo logo ha iniziato una strategia di marketing che, nel suo piano, dovrebbe portare la “doppia J” a diventare un marchio di successo quasi a se stante, un po’ come capita con quello dei New York Yankees, il cui simbolo (le tre iniziali incrociate) è su milioni di magliette o cappellini, i cui possessori spesso non sanno neppure cosa sia la squadra di baseball in questione. Sotto questo profilo qualcosa è iniziato in Asia, dove il logo è stato accolto con entusiasmo (non a casa era stato pensato anche per richiamare un certo modo di scrivere degli alfabeti orientali), ma la strategia è ancora all’inizio e il potenziale del nuovo simbolo non è stato ancora sfruttato a pieno. D’altra parte ha solo un anno, non è più “nuovo”, ma è ancora “piccolo”.

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