Dani Alves: «Ho lasciato la Juve per il sogno Champions»

L'esterno del Paris Saint Germain pungola Neymar: «Deve uscire dall'ombra di Messi»
Dani Alves: «Ho lasciato la Juve per il sogno Champions»© REUTERS

TORINO - In un'intervista rilasciata al sito della Fifa Dani Alves racconta la sua nuova avventura al Paris Saint Germain e analizza le motivazioni che l'hanno portato a a chiudere la parentesi Juventus dopo un anno solo. «Non mi piace stare nella mia zona di comfort - ha spiegato l'esterno brasiliano -. Mi piace la sfida, e la possibilità di cambiare la storia di un club come il Psg è stata una scarica di adrenalina per me. Questo è il motivo per cui sono venuto a Parigi. E poi mi piaceva l'opportunità di vivere in una grande città e giocare in una squadra con grande ambizione. Certo, le persone pensano che io sia venuto qui per soldi ma non è vero perché avevo anche altre grandi offerte. Con il Barcellona è successa la stessa cosa: il club viveva una fase di transizione e io poi ho fatto parte della miglior squadra della storia blaugrana. Voglio vivere la stessa esperienza a Parigi, anche se è una società con meno tradizione».

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L'ADDIO ALLA JUVE - Il brasiliano vuole vincere a tutti i costi la Champions League che ha già alzato 3 volte con il Barcellona (2009, 2011, 2015): «E' il nostro obiettivo. E' quello a cui Neymar stava pensando quando ha lasciato il Barcellona, è quello a cui io stavo pensando quando ho lasciato la Juventus. La Champions è quello che ci ha portato ad andare via, è quello che ci eccita, che pompa la nostra adrenalina. Il mondo appartiene ai coraggiosi, se non sei coraggioso rimani sempre nell'ombra e non è quello che vogliamo. Non avevamo niente in Brasile e vogliamo fare qualcosa di importante nelle nostre vite».

L'OMBRA DI MESSI - Dani Alves poi traccia un parallelo tra Neymar e Messi: «Penso sia vicino Ney a Leo come giocatore più influente al mondo. Però deve uscire dall'ombra di Messi. Giocare con un giocatore unico come Leo è la cosa più incredibile che ti possa capitare ma poi c'è sempre il dubbio sul fatto che tu sia davvero un giocatore di grande qualità o se sia solo merito suo. Penso che sia più facile raggiungere traguardi individuali quando non sei vicino a un giocatore come lui».

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