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INVIATO A LONDRA - È vero che molti rivedono qualcosa di Omar Sivori in Paulo Dybala, ma è Giampiero Boniperti che lancia il ragazzo di Laguna Larga nella notte di Wembley, con il ricordo di una doppietta storica nello stadio degli stadi. «È il più bel ricordo della mia carriera», ha scritto nella sua primissima autobiografia pubblicata nel 1958, ma quella sfida fra l’Inghilterra e il Resto del mondo ha conservato il suo posto nel cuore del leggendario attaccante e poi presidente della Juventus. È il 21 ottobre del 1953 e Boniperti viene selezionato per quella che sulla carta è un’amichevole, ma per l’epoca suona come una resa dei conti fra quelli che si ostinavano a ritenersi i «Maestri del football» con atteggiamento altezzoso e snobistico e il meglio del calcio mondiale che in quel momento storico poteva schierare un reparto offensivo con Boniperti, Kubala, Nordhal e Vukas che ai giorni nostri sarebbe come schierare Neymar, Messi, Ibrahimovic e Ronaldo tutti in un colpo solo.
Boniperti è esaltato dall’occasione («Ricevetti la convocazione che mi fece scoppiare di gioia»), perché non esistevano ancora le Coppe e a livello internazionale i momenti di confronto erano pochi. Quella sfida, per quanti amichevole, valeva come una grande partita di Champions League di oggi, con tutta l’attenzione mediatica e la passione dei tifosi come contorno. «Il calcio inglese era presuntuosissimo, è vero, ma grande», racconta Boniperti: «Nel primo tempo segnai due gol e dopo tanti anni rimango l'unico italiano ad avere realizzato una doppietta a Wembley».
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