La Juventus vince con i capolavori di Dybala e Douglas

Due tiri a giro fantastici di Dybala e Douglas Costa e due rigori trasformati dall'argentino segnano la vittoria per 4-2 sul Benevento. Ma non è stata facile perché le dormite difensive permettono a Diabatè di pareggiare due volte
La Juventus vince con i capolavori di Dybala e Douglas© Getty Images


BENEVENTO - Quattro gol, di cui due bellissimi, due clamorose dormite difensive, ma soprattutto tre punti. Il dopo-sbronza Real lascia qualche strascico sulla Juventus nel caldo di Benevento, ma alla fine la trappola (perché era una trappola) viene evitata in modo brillante dalla squadra di Allegri, che corrobora il morale con un 4-2 che suona bene, forse meglio di quella che è stato il sound della partita, ma è un chiaro segnale di salute generale della squadra nonostante tutto e nonostante tutti. 

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BUON INIZIO - E’ notevole soprattutto l’approccio alla partita. A tre giorni da un quarto di finale di Champions League contro Cristiano Ronaldo, la squadra si ritrova al Vigorito contro undici indemoniati che non hanno niente da perdere e a cui basta poco in questo contesto per entrare nella storia. Ma è una Juventus concentrata e assale il Benevento con cinismo e trova il gol con uno splendido tiro a giro di Dybala, lasciato incoscientemente libero al limite dell’area. Ma bella è l’azione, con Alex Sandro che scende a sinistra e, finalmente, punta l’uomo e inventa la giocata che poi arriva al tiro di Dybala. Esattamente quello che doveva fare con il Real e non ha fatto. E, attenzione, non c’entra chi hai davanti dal punto di vista tecnico, forse psicologico, perché è una questione di volontà e convinzione.

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DORMITE E RISVEGLI - A quel punto (16’), però, la Juventus ripete l’errore che è diventato una preoccupante costante di questa stagione: dopo il gol arretra, giochicchia, si affloscia l’agonismo. E prende il gol. Lo segna Diabaté che approfitta di una dormitona della difesa, che fa permette il cross di Guilherme e lascia in gioco il bomber (vedi Rugani incerto sul da farsi). E’ la solita solita storia: la Juventus si risveglia e torna sotto. Prima segna un gol, pazzesco, con Mandzukic che, tuttavia, se lo vede annullare per un fallo di mano (molti dubbi, a partire dalla spinta che caccia giù il croato che scivolando tocca la palla con il braccio salvo poi mandarla in rete da terra con il destro). Poi insiste e si vede assegnare un rigore per un fallo, netto, su Pjanic. Ci vuole il var, ma viene fischiato. Lo batte Dybala e riporta in vantaggio la Juventus.

PASSO SCUDETTO - Nella ripresa, però, si riaddormenta la Juventus, coccolata dal tepore e con un Mandzukic che sbaglia tanto, forse troppo, un Marchisio atleticamente moscio e una fase difensiva svagata come un adolescente a primavera. E viene punita da uno stacco di Diabatè che supera un Benatia confuso: 2-2. Allegri sta per lanciare la giacca, ma alla fine preferisce lanciare Douglas Costa (per Cuadrado) e Higuain (per Mandzukic). E la partita cambia, la Juventus impone la superiorità tecnica e prende un altro rigore sacrosanto (fallo su Higuain) che Dybala trasforma con freddezza, firmando la tripletta. Poi Douglas Costa inventa un capolavoro da destra con un tiro a rientrare di violenza e precisione sublimi. Il Benevento viene stordito e la Juventus porta a casa un successo che vale un altro importante passo verso lo scudetto.

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