Le parole di Agnelli e il silenzio federale

Le critiche alla direzione di Oliver (Michael ma anche Hardy) arrivano addirittura dal fronte spagnolo
Le parole di Agnelli e il silenzio federale© www.imagephotoagency.it

Andrea Agnelli. Finalmente. Finalmente il presidente della Juventus ha parlato. Ma ha parlato, si badi bene, non come massimo dirigente del club bianconero ma a tutela e a nome del calcio italiano, a difesa di Milan, Lazio, Roma, tutte penalizzate da errori e omissioni di arbitri designati da Pier Luigi Collina. Agnelli ha fatto, mettendoci la faccia, quello che finora non avevano fatto i suoi colleghi, Lotito, Pallotta e Fassone, trascuro i cinesi non meglio identificati. Lo ha fatto nel silenzio della federcalcio che di altro si occupa e di poco si preoccupa, il nostro sistema ha un rappresentante in Uefa ma trattasi di ruoli di corredo e non di effettivo peso politico. Le critiche alla direzione di Oliver (Michael ma anche Hardy) arrivano addirittura dal fronte spagnolo, gli ex arbitri internazionali Iturralde Gonzales e Andujar Oliver (omonimo ma non parente) hanno affermato che il contrasto tra Benatia e Lucas Vazquez non era sufficiente per decretare la “pena maxima”, ma c’è una considerazione dinanzi alla quale l’Uefa non può avere argomenti per controbattere: nessun arbitro inglese è stato designato (su decisione di Busacca e Collina) per il mondiale in Russia, questo dovrebbe significare che il livello medio dei direttori di gara inglesi non sia ritenuto valido per un torneo così importante! L’Uefa ha ugualmente deciso di mandare al Santiago Bernabeu il trentatreenne Oliver (Michael ma anche Hardy) il quale è passato alla cronaca e anche alla storia non tanto per il rigore ma per altri due errori gravi: si è dimenticato, diciamo così, di ammonire Benatia e dunque di espellerlo, essendo lo juventino già precedentemente ammonito. Ha preferito, l’inglese, espellere Buffon per dimostrare al mondo di essere superiore a chiunque, anche a se stesso, essendosi, in contemporanea, distratto sulla presenza in panchina di Sergio Ramos, squalificato.

Le parole di Agnelli e lo sfogo di Buffon porteranno a provvedimenti disciplinari pesanti ma Oliver tornerà subito ad arbitrare e l’Uefa proseguirà nella sua politica di conservazione. Non è, comunque, una questione di Var come richiesto dal presidente bianconero: se lo strumento tecnologico finisce nelle mani di arbitri di questo livello non ci sono speranze di miglioramento e di giustizia. Così è anche in Italia. La federazione e i colleghi di Andrea Agnelli si dovrebbero svegliare ma temo che preferiscano il comodo silenzio e il compromesso politico. Pensano al proprio futuro condominiale e tengono famiglia. Compreso Oliver, Michael ma anche Hardy.

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