TORINO - Sono le 22.30, secondo più secondo meno, del 22 aprile 2018: è notte allo Stadium, è buio pesto per la Juventus appena battuta da una capocciata di Koulibaly che, assieme al resto della compagnia tinta d’azzurro, resta sul prato a festeggiare l’impresa sotto lo spicchio dei tifosi del Napoli. Sul campo, a rappresentare se stesso più che la squadra sconfitta e diretta verso gli spogliatoi (compreso Higuain che con educazione va a salutare Sarri), c’è Gigi Buffon. Il capitano si complimenta con gli avversari, stringe sportivamente la mano ai vincitori. Tutti, nessuno escluso. La scena non stupisce, considerato il valore dell’uomo oltre che del portiere. Ciò che nessun tifoso juventino impietrito sugli spalti per la batosta può immaginare, piuttosto, è quanto sarebbe accaduto nel ventre dello Stadium pochi istanti dopo. Il numero 1, ancora con il nervo toccato dal gol subito in extremis nella sfida scudetto, entra per ultimo negli spogliatoi e...