Juventus, le critiche uniscono il gruppo

I bianconeri hanno sempre rilanciato quando tutti li davano ormai per finiti
Juventus, le critiche uniscono il gruppo© Juventus FC via Getty Images

TORINO - Il clima sembra quello post-Real dell’andata. Oppure, per andare più indietro, quello post-Sampdoria. Quella 19 novembre la Juventus viene colpita tre volte in 27’, inutili - nel recupero - i gol Dybala e Higuain su rigore. Negli occhi erano rimasti la facilità con cui la squadra di Marco Giampaolo aveva preso il largo e una classifica che poneva i bianconeri al terzo posto, a 31 punti, dietro a Napoli (35) e Inter (33). Un’impressione che aveva convinto più d’uno a sostenere come un ciclo si stesse mestamente dirigendo verso la fine. Una tesi alla fine rivelatasi inesatta. Dopo quella domenica i bianconeri infilano una serie di venti partite utili, con diciassette vittorie, ritrovando la vetta della classifica. Merito di Max Allegri, che usa le parole giuste nei confronti della squadra, ricompattandola (insieme con la società) intorno a un orgoglio bianconero decisivo per riprendere il passo vincente.

Stesso clima dopo lo 0-3 incassato all’Allianz Stadium dal Real Madrid all’andata dei quarti di finale Champions. Altre tre reti influenzano le critiche intorno alla Juventus. Tutti convinti che sia giunto il momento di fare i conti con un organico appesantito dalla carta d’identità, tutti fermi nell’idea che il ritorno servirà soltanto per salvare l’onore. Allegri comincia il lavoro sulla squadra il giorno dopo la batosta, passo dopo passo fino alla vigilia del Bernabeu: «Ci sono poche possibilità, ma tentiamo l’impossibile». Un impossibile che svanisce all’ultimo minuto utile, quando Oliver fischia un rigore farlocco che Cristiano Ronaldo realizza in maniera prepotente. E nulla è cambiato dopo aver perso domenica sera in casa contro il Napoli nella partita con vista scudetto. Leggendo e ascoltando in giro l’impressione è quella di un campionato già deciso a favore di chi insegue, con la Juventus nel ruolo di vittima sacrificale nelle ultime quattro giornate. Quello che attendevano Allegri e i suoi giocatori, per ricompattarsi di fronte ai 360’ che separano dalla fine del campionato. Per provare a vincerlo per la settima volta consecutiva, consegnandosi così alla storia.

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