TORINO - Inizia tutto come un romanzo, perché la prima delle tredici Coppa Italia viene conquistata dalla Juventus grazie a una doppietta di Guglielmo Gabetto contro il Torino.
LA PRIMA 1938
I bianconeri alzano la Coppa del 1937-38, il bomber qualche anno dopo diventerà una colonna del Grande Torino, battendo tutti ma tranne il destino in quel tragico 4 maggio 1949. In quel doppio derby che vale la quinta Coppa Italia (andata 3-1, ritorno 2-1) vince una Juventus che nella formazione ha le ultime e logore vestigia del Quinquennio d’Oro ’30-’35 come Luisito Monti in mezzo al campo e Virginio Rosetta che da terzino è passato a fare l’allenatore, ma in semifinale batte 2-0 l’Ambrosiana Inter che vincerà lo scudetto e nei quarti aveva seppellito di gol l’Atalanta con un 6-0 senza storia. Il presidente è Emilio de la Forest Divonne, succeduto, dopo una breve parentesi con Enrico Cravero e il leggendario Barone Mazzonis, a Edoardo Agnelli, scomparso nel 1935 alla fine del quinquennio.
LA SECONDA 1942
E’ un periodo di transizione per la Juventus, che porterà comunque un’altra Coppa Italia nel 1941-42: in piena Seconda Guerra Mondiale, la Figc riesce a organizzare comunque il torneo che i bianconeri vincono in finale con il Milan (a cui il fascismo aggiunge una “o” alla fine del nome), travolto 4-1 a Torino dopo l’1-1 di San Siro (allora ancora con un solo anello ed eccezionalmente usato dai rossoneri per la finale, visto che allora giocavano all’Arena Civica). E’ una Juventus minore, ma ci sono i germogli di quella che vincerà due scudetti dopo la scomparsa del Grande Torino e in particolare c’è Carlo Parola, uomo chiave per tutta la storia bianconera, prima da straordinario centrocampista, poi da allenatore vincente.