Juventus, da Del Piero a Douglas Costa: ecco i top dei 7 anni 

Ecco tutte le pagelle dei protagonisti della striscia bianconera di successi
Juventus, da Del Piero a Douglas Costa: ecco i top dei 7 anni 

SOCIETA', VOTO 10: LA CENTRALITA'
Sono cambiati i giocatori, ma la dirigenza è rimasta sempre la stessa: divisa nelle competenze, unita nelle decisioni.

CONTE, VOTO 9: L'AMBIZIONE
Ha dato la scossa col celebre discorso “è ora di smetterla di fare schifo”, ha costruito le fondamenta e guidato la Juve ai primi 3 scudetti. Il primo il più emozionante, il terzo quello dei record.

ALLEGRI, VOTO 9: LA PRATICITÀ
Il primo anno ha vinto gestendo bene (il post Conte), il secondo assemblando una squadra nuova, il terzo inventandosi le “5 stelle” e il quarto dominando la sfida psicologica col Napoli.

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BUFFON, VOTO 10: LA LEADERSHIP
Protagonista in campo a suon di parate e pure nello spogliatoio, dove si è rivelato decisivo come capitano-motivatore. Lascerà un vuoto incredibile.

CHIELLINI, VOTO 9.5: L’ANIMA
Con Bonucci e Barzagli ha formato un trio storico, ma forse lo scudetto in cui ha fatto più la differenza è stato l’ultimo. E’ la mentalità Juve fatta persona.

BARZAGLI, VOTO 9.5: L’ESEMPIO
Dei primi scudetti è stato il miglior centrale del campionato. Con Allegri spesso si è sacrificato da terzino dimostrando una professionalità fuori dal comune.

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ASAMOAH, VOTO 7: LA DISPONIBILITÀ
E’ arrivato come mezzala, ma poi ha giocato terzino e pure centrale di sinistra. Nemmeno gli infortuni gli hanno tolto il sorriso. Dopo 6 scudetti ripartirà dall’Inter.

LICHTSTEINER, VOTO 7.5: LA DETERMINAZIONE
Su e giù per la fascia per 7 stagioni. Nei primi 5 scudetti non si è mai risparmiato e negli ultimi 2 ha lottato, oltre che con gli avversari, per guadagnarsi il posto.

BONUCCI, VOTO 9: LA PERSONALITÀ
E’ cresciuto di pari passo alla Juve. Dei primi sei scudetti, prima del trasferimento al Milan, è stato l’uomo di maggiore personalità nei momenti topici.

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PJANIC, VOTO 8: LA TECNICA
Degno erede di Pirlo per tecnica, abilità nel dettare i tempi di gioco e efficacia sui calci piazzati: del resto hanno un ispiratore comune, Juninho Pernambucano.

RUGANI, VOTO 7: L’AFFIDABILITÀ
E’ cresciuto dietro alla storica BBC, dimostrandosi sempre affidabile negli ultimi 3 scudetti. Adesso dovrà guidare il nuovo ciclo di trionfi.

CUADRADO, VOTO 7.5: LA DUTTILITÀ
Era il regalo prescelto da Conte, ma alla fine si è rivelato un elemento utilissimo solo per Allegri: equilibratore del modulo a 5 stelle e in questo finale terzino.

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ALEX SANDRO, VOTO 7: L’ESPLOSIVITÀ
I suoi strappi e i suoi cross sono stati un’arma fondamentale per gli ultimi 3 scudetti: quest’anno ha vuto più bassi che alti, ma ha comunque servito 6 assist.

POGBA, VOTO 8.5: LA POTENZA
E’ arrivato da Manchester gratis ed tornato a Old Trafford da mister 110 milioni. In mezzo 4 scudetti, tutti marchiati dal suo strapotere fisico e tecnico.

VIDAL, VOTO 8.5: L’ESUBERANZA
Ha vinto 4 scudetti dominando le classifiche dei palloni recuperati e quelle dei centrocampisti goleador (48 reti). Unico nel suo genere, esuberante in campo e fuori.

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PIRLO, VOTO 9: LA CLASSE
Il ciclo della leggenda ha una data di inizio ed è il giorno del suo arrivo a Vinovo. Spaziale nel primo scudetto e decisivo pure nei successivi tre.

DOUGLAS COSTA, VOTO 8: L’IMPREVEDIBILITÀ
Con il suo mix di tecnica e velocità è stato l’uomo in più del settimo scudetto, il più complicato assieme al primo: basta e avanza per essere nella rosa dei 7 anni.

KHEDIRA, VOTO 8: L’INTELLIGENZA
Pure quando sembra in giornata no, è un passo avanti agli altri. Fondamentale tatticamente e quest’anno pure in zona gol con 9 reti (record).

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MANDZUKIC, VOTO 8: L’ALTRUISMO
Tre scudetti e tre ruoli: centravanti, ala e attaccante esterno. E’ il pupillo di Allegri: segnerà poco, ma nell’economia di squadra ha sempre pesato.

MARCHISIO, VOTO 8: L’APPARTENENZA
Si è adattato a più ruoli (mezzala, regista) e dopo l’infortunio al ginocchio pure a giocare meno, ma sempre mettendo la Juve davanti a tutto.

DEL PIERO, VOTO 7.5: LA STORIA
Del ciclo leggendario ha vissuto solo il primo scudetto, quello più sorprendente, culminato con quel saluto dello Stadium che mette i brividi tuttora.

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DYBALA, VOTO 8.5: LA BELLEZZA
Dell’ultimo scudetto è stato il capocannoniere con 22 reti. Ma le magie dell’argentino hanno marchiato anche i tricolori juventini 2016 e 2017.

MORATA, VOTO 7: LA LEGGEREZZA
Decisivo in Champions, ma prezioso anche nella conquista del quarto e del quinto scudetto con reti pesanti. E ora magari tornerà per la caccia all’ottavo.

MATRI, VOTO 7: LA GENEROSITÀ
Del primo scudetto è stato il miglior marcatore (10 gol), nel secondo è stato prezioso e, dopo la parentesi tra Milan e Genoa, ha fatto in tempo a vincere il quarto.

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TEVEZ, VOTO 8.5: LA CATTIVERIA
Due anni e due scudetti: determinante con i gol (33 in 66 partite di campionato) e con gli atteggiamenti: le sue rincorse erano una scossa per tutta la squadra.

LLORENTE, VOTO 7: IL SACRIFICIO
Prima gemello di Tevez, nell’anno dello scudetto dei 102 punti (16 gol), poi prezioso uomo spogliatoio amato tanto dai compagni quanto dai tifosi.

HIGUAIN, VOTO 8.5: IL GOL
Due campionato e altrettanti scudetti: nel primo ha fatto la differenza per numero di gol (24), nell’ultimo per la pesantezza delle sue reti: Napoli, Milan (2), Inter.

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SOCIETA', VOTO 10: LA CENTRALITA'
Sono cambiati i giocatori, ma la dirigenza è rimasta sempre la stessa: divisa nelle competenze, unita nelle decisioni.

CONTE, VOTO 9: L'AMBIZIONE
Ha dato la scossa col celebre discorso “è ora di smetterla di fare schifo”, ha costruito le fondamenta e guidato la Juve ai primi 3 scudetti. Il primo il più emozionante, il terzo quello dei record.

ALLEGRI, VOTO 9: LA PRATICITÀ
Il primo anno ha vinto gestendo bene (il post Conte), il secondo assemblando una squadra nuova, il terzo inventandosi le “5 stelle” e il quarto dominando la sfida psicologica col Napoli.

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