Perin: «Szczesny? La competizione fa bene a tutti»

Il nuovo portiere della Juventus si presenta in conferenza stampa: «C'erano pochi club in grado di prendere CR7, quello bianconero era tra questi»

TORINO Juventus con sorpresa per Mattia Perin. Si presenta per la prima volta al mondo bianconero e la società gli mette sul tavolo il regalo Cristiano Ronaldo. Un compagno di squadra impensabile solo fino a pochi giorni fa: «Un arrivo inaspettato, ma non mi sorprende. Quando Ronaldo ha fatto capire che avrebbe potuto andar via dal Real, c'erano pochi club in grado di prenderlo. Uno di questi era la Juve, alla pari con Barcellona e Bayern. La notizia mi ha colpito, parliamo del miglior giocatore al mondo. Un grande professionista, da cui imparare, come capita nello spogliatoio per noi giovani con Chiellini e Barzagli. Il suo arrivo è un vantaggio non soltanto per la Juve ma per tutto il calcio italiano. La Serie A tornerà a essere uno dei primi campionati al mondo».

Sulla scelta bianconera l'ex numero del Genoa non ha mai avuto dubbi: «Avevo parlato con tre, quattro club. Quello della Juventus è però un treno che non passa tante volte nella vita, non ci ho pensato due volte. Non ho mai scelto le vie semplici. In rossoblù ero titolare, qui c'è Szczesny, che ha meritato di prendere il posto di Buffon. Parto svantaggiato ma so anche di essere molto competitivo. E la competizione fa bene a tutti». Buffon, per l'appunto. Perin non nasconde come Gigi abbia avuto peso nella scelta bianconera: «Emularlo sarà impossibile per tutti, è stato il più grande portiere degli ultimi trent'anni, un riferimento. Mi sono allenato con lui in Nazionale, è stato un onore rubargli i segreti del mestiere. Non giudico la sua scelta ma lui, come me, è molto competitivo: non è da tutti accettare una sfida del genere a 40 anni, in un altro campionato. Se al Psg resterà se stesso magari lo rivediamo in Nazionale, dove il livello è molto alto».

Nella Juventus l'obiettivo è chiaro: «L'ho detto quando ho parlato a Vinovo, nel ritiro dell'Italia: qui si respira aria di vittoria. Conta la mentalità. La Juve deve confermare quanto ha fatto nelle ultime stagioni e poi puntare alla Champions, un percorso pieno di insidie ma anche un trofeo che manca dal 1996. Questa mentalità la vedi da subito, i compagni e lo staff tecnico hanno cercato di mettermi a mio agio fin dal primo momento. Anzi, lo hanno fatto andando oltre la mia immaginazione». Due gravi infortuni (rottura del crociato) avevano frenato la carriera di Perin, ma lui li ha accettati con maturità: «Senza quelli non sarei qui, mi hanno fatto diventare una persona migliore. Nella sofferenza ho trovato l'equilibrio, sono diventato uomo». Il numero è scelto è il 19, nessuna cabala ma una logica molto familiare: «Per mia figlia, che è nata il 19 febbraio». E dal nome intrigante: Vittoria.

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