Se la Juve viene sempre prima di tutto

Se la Juve viene sempre prima di tutto© Juventus FC via Getty Images

Lo straordinario show di Ronaldo e il clamoroso addio di Marotta scandiscono l’inarrestabile avanzata dei Campioni d’Italia e l’implacabile legge non scritta della società da 95 anni ininterrottamente controllata dalla Famigli Agnelli: la Juve viene sempre prima di tutto. In campo, il Marziano è fra noi e si vede. Grazie a una prestazione spettacolosa, la migliore da quando indossa la maglia bianconera, Cristiano ha firmato l’ottava vittoria consecutiva della Juve: sette in campionato, una in Champions League, per firmare una partenza decisamente a razzo.

L’exploit del 30 settembre è reso ancora più significativo perché ottenuto a spese di un grande Napoli, nonostante fosse stato costretto a giocare in dieci contro undici nell’ultima mezz’ora, a causa dell’espulsione di Mario Rui. Questi poteva sicuramente risparmiarsi il secondo cartellino giallo, evitando di intervenire in modo così duro su Dybala. Ma il Napoli c’è, Ancelotti sta lavorando benissimo. Come benissimo ha lavorato Beppe Marotta negli otto anni e tre mesi secchi trascorsi al fianco di Andrea Agnelli, prima del brusco epilogo di un rapporto che, contrattualmente, sarebbe dovuto durare sino al 30 giugno 2020 e, invece, è inopinatamente finito ieri sera. A pagina 7, con la bravura e con le informazioni di prima mano che lo contraddistinguono, Guido Vaciago vi racconta i retroscena del divorzio dell’anno, prefigurando gli scenari immediati e futuri al vertice della società bianconera.

Qui, invece, si impongono due considerazioni: 1) la straordinaria grandezza dell’opera di Marotta, non casualmente proclamato e premiato sei giorni fa a Madrid, quale miglior dirigente europeo agli WFS Industry Awards, precedendo Ferran Soriano (City) e José Angel Sanchez (Real Madrid). Motivazione ufficiale: «Marotta è stato il manager che più di ogni altro, con il suo operato, ha permesso al proprio club di crescere e ottenere grandi risultati, grazie ad un utilizzo efficace delle risorse a disposizione, tenendo conto degli indicatori KPI (Key Performance Indicator) per quanto riguarda la finanza, le operazioni, gli investimenti e l’innovazione». 2) Qualunque siano le motivazioni reali, questa separazione tanto imprevista quanto imprevedibile riafferma, in modo inesorabile, la legge non scritta che regola le decisioni juventine ai massimi livelli: tranne la proprietà, tutti sono necessari, nessuno è indispensabile.

La storia può confermare: da Boniperti a Marotta, totem della scrivania a Del Piero e Buffon, totem sul campo. L’addio al sessantunenne manager varesino viene dato in uno dei momenti più floridi del club, inarrestabile in campionato e dichiaratamente lanciato alla conquista della Champions League. Se la Juve la conquisterà, sarà stato anche per merito di Marotta.

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