© Massimiliano Vitez/Ag. Aldo Live
TRENTO - Andrea Agnelli alla Festa dello Sport di Trento, davanti al numero uno dell’Uefa Aleksander Ceferin, e al presidente granata Urbano Cairo. Tra le varie cose ha (indirettamente) spiegato come è riuscito a prendere Cristiano Ronaldo, come ha fatto a portare a Torino il giocatore più forte al mondo. Bravo Paratici a fiutare l’affare ma, da quel momento, il presidente bianconero non ha mollato la presa. È sceso in campo in prima persona sfidando lo scetticismo dell’Europa pallonara e, soprattutto, il potentissimo Florentino Perez: «Questo colpo l’abbiamo costruito nel tempo. Dal 2010, da quando ho assunto la presidenza della Juventus, anno dopo anno la nostra rosa si è impreziosita. Un campione dopo l’altro. E siamo arrivati a questo punto. Eravamo fortissimi anche senza Cristiano, è arrivata la ciliegina sulla torta». Come a dire: con uno squadrone del genere CR7 non ha avuto nessun dubbio. Andare alla Juve è stato semplice come bere un bicchiere d’acqua. Ma c’è stato un lavoro assiduo, importante, redditizio nel tempo. Perché se non si ha una grande squadra, diventa impossibile convincere il più grande al mondo.
IL NOSTRO SUPEREROE - I dettagli? Eccoli: «Per CR7 le strade commerciali e sportive si sono incrociate. Abbiamo acquisito un valore aggiunto, nell’attenzione ai dettagli e alla concentrazione. Inoltre Cristiano rappresenta un supereroe: i bambini di tutto il mondo ci seguono di più. Diversi accordi commerciali possono permettere anche alla Lega di A di vendere il proprio prodotto dove prima non si riusciva. La Juventus, detto questo, non è solo Cristiano. Ripeto. La situazione economico- amministrativa del club va valutata dal 2010 in poi e non solo a partire dall’arrivo di CR7 in bianconero». Economica, amministrativa e tecnica, ovviamente...
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