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TORINO - Al di là dell’amicizia e dell’ammirazione è l’esempio quotidiano che funziona più di tutto. Perché Paulo Dybala si è subito trovato benissimo con Cristiano Ronaldo, ma nei primi due mesi di prove tecniche di convivenza c’era chi iniziava a insinuare l’esistenza di una sorta di maledizione personale per l’argentino, destinato a non trovare l’intesa con Messi in Nazionale e con Ronaldo nel suo club. Dybala non ci ha fatto caso, stava copiando: pratica che nel calcio fa di te un bravo studente. L’amicizia nata alla fine di luglio sugli assolati prati della Continassa si è evoluta e, piano piano, CR7 ha iniziato a cambiare Dybala, anzi a ronaldizzarlo, voce del verbo diventare un campione completo.
L'ESEMPIO - Primo punto: l’esempio. CR7 è un mostro di professionalità e abnegazione, arriva al campo per primo, se ne va per ultimo, lavora nei giorni di riposo (e non è una smargiassata, ma fa parte del suo programma per recuperare meglio dalle fatiche della partita e presentarsi fresco a quella successiva). Tutto questo sta avendo un effetto micidiale sulla rosa bianconera, abituata per cultura a farsi ispirare dai grandi (da Del Piero e Pirlo in poi): vedere come lavora il numero uno al mondo è inevitabilmente uno stimolo per imitarlo. E a Dybala è successo proprio così. (...)
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