© Pressinphoto
TORINO - «Me encanta». Non c’è bisogno di traduzione per le parole spese da Santiago Solari su Isco martedì, alla vigilia di Kashima Antlers- Real Madrid. “Figuriamoci se non gli piacesse...” è invece la battuta che nasceva ieri alla lettura della formazione del Real, dove il ventiseienne trequartista spagnolo compariva tra le riserve per l’ottava volta nelle 12 partite della gestione Solari. Considerando che in due delle altre quattro non è andato in panchina perché è andato in tribuna e che le uniche due da titolare le ha giocate con il Cska Mosca nell’ultima e ininfluente giornata del girone di Champions e nell’altrettanto ininfluente ritorno di Copa del Rey al Bernabeu con il Melilla, squadra di terza divisione già battuta 4-0 all’andata, sullo status del Golden Boy 2012 di Tuttosport non ci sono dubbi.
Isco è una seconda scelta, nel senso più classico del termine.
INSOSTENIBILE - Uno status che al talento andaluso andava stretto già due stagioni fa, quando di anni ne aveva 24 e alla quarta stagione nel Real non era ancora riuscito a scucirselo di dosso. Tanto che l’ipotesi di una sua partenza a gennaio 2017 era concreta e la Juventus pronta a spalancargli le porte di Vinovo. L’infortunio di Bale invece spalancò a Isco le porte della formazione titolare, dove restò anche dopo il rientro del gallese, e la squadra bianconera finì col trovarselo avversario decisivo nella finale di Cardiff. Sull’onda di quel finale di stagione, Isco era stato protagonista anche l’anno scorso, alle spalle di Benzema e Ronaldo, e pareva destinato a esserlo anche in questa, a maggior ragione vista la partenza di CR7. Problemi fisici (appendicite) prima e le decisioni di Solari poi, invece, lo hanno riportato a quello status che gli stava stretto già due anni fa.
Leggi l'articolo completo sull'edizione odierna di Tuttosport