Juventus, Allegri: «Cori? Non dobbiamo fermarci. Servono misure preventive»

Il tecnico bianconero: «Dispiace perché il 26 negli stadi c'erano tante famiglie e bambini. I bambini sono il futuro dell'Italia. E se non li educhiamo, il fatto non comporta niente. Fermare le partite è solo un impatto momentaneo, bisogna agire a monte»
Juventus, Allegri: «Cori? Non dobbiamo fermarci. Servono misure preventive»© LaPresse

TORINO - Ultima partita di un 2018 memorabile per la Juventus. Massimiliano Allegri, in vista del match di domani all'ora di pranzo contro la Sampdoria, fa il punto della situazione, anche sui fatti di Milano e la posizione del presidente federale Gravina: «Più che soddisfatto, diciamo che il presidente ha preso una posizione. Ci sono misure preventive da prendere, su tutto. Per l'ennesima volta abbiamo la possibilità di sterzare, ma per farlo bisogna non chiacchierare, ma soltanto fare. È l'unico modo, perché ora non va bene niente. Gli organi di competenza devono decidere, speriamo sia la volta buona per prendere misure preventive. La mia posizione è semplice: non ci si deve fermare. Perché solo l'ordine pubblico può sospendere una partita. Detto questo non tollero alcuna forma di razzismo e di insulto anche nei confronti dei morti e delle tragedie. Ma purtroppo, lo ripeto, in Italia abbiamo perso un po' di educazione e rispetto. Quindi non è solo un problema del calcio, ma per migliorare bisogna entrare nel mondo dei bimbi, delle scuole. Siccome lo sport è molto educativo, e il calcio soprattutto, magari 80 bambini su 100 li instradi bene. Ma è un percorso da fare tutti insieme. Facile parlare ora e dopodomani si sono dimenticati tutto».

 

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IL MONITO
Allegri
lancia poi un monito: «Noi, come allenatori, calciatori, presidenti, visto che le nostre parole sono molto pesanti e influiscono sulle persone adulte e meno, dobbiamo essere tutti più responsabili e usare un briciolo di intelligenza per non alimentare un'esasperazione che in Italia c'è già ed è esagerata. Perché la sconfitta non è più accettata. Dispiace perché il 26 negli stadi c'erano tante famiglie e bambini. I bambini sono il futuro dell'Italia. E se non li educhiamo, il fatto non comporta niente. Fermare le partite è solo un impatto momentaneo, bisogna essere preventivi. La tecnologia negli stadi acchiappa chi fa casino. Ma questo problema non lo risolvono io, Spalletti, Ancelotti, Gattuso, ma gli organi di competenza. Altrimenti si cade nell'ipocrisia e io allora sto zitto. Chiudere gli stadi è una soluzione? Non lo so, non sono decisioni che spettano a me. Se hanno deciso così, vuol dire che è giusto. Ma è una soluzione momentanea, il problema va risolto a monte. Fra due mesi cosa facciamo dopo aver chiuso gli stadi?».

 

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I CONVOCATI
«Matuidi può giocare: aveva preso l'influenza e per questo non l'ho portato a Bergamo. Benatia ha avuto un po' di infiammazione, ma niente di che: sono tutti a disposizione. Torna anche Bernardeschi. Domani sarà molto difficile, perché la Sampdoria nelle ultime 7 partite ha perso solo una volta, con tre risultati positivi in trasferta di fila, e lotta per la Champions. Noi dobbiamo prendere i tre punti per chiudere bene e così andare in vacanza senza giramenti di scatole. Bisogna tirare fuori le ultime energie prima della sosta. E ci vorrà uno stadio che spinga la squadra, non è una gara da sottovalutare: ci sarà bisogno più che mai dei tifosi in modo corretto».

QUAGLIARELLA 
«È un giocatore straordinario, che ha sempre fatto gol e quest'anno lo sta facendo ancora di più».

LE SCELTE
«Dybala sta bene, a Bergamo ha fatto una bella partita. Mandzukic ha recuperato, e poi rientra Ronaldo. Anche Douglas ha fatto bene a Bergamo, domani avrà anche dei cambi importanti in panchina. Sarà una partita lunga e anche se non riusciremo a sbloccarla subito, nella parte finale potremo farlo. Bonucci? Mercoledì doveva giocare Benatia che però non è stato bene. Mancando Pjanic, mi serviva uno con più piede, come Bonucci. Domani gioca Rugani e Bonucci riposa, visto che ha giocato quasi sempre. Chiellini? Al momento sta bene, ora l'ho messo sotto le coperte, a letto, con le calze… Perin? Gioca Szczesny. Spinazzola? Sta bene, sono felice di quello che sta facendo. Il dubbio c'è tra lui e Alex Sandro: Leonardo o partirà dall'inizio oppure farà uno spezzone».

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MERCATO
«Se la Juventus è ancora migliorabile? Ho sentito un po' di robe dopo Bergamo, perché abbiamo pareggiato. Ora vediamo cosa succede domani, però male che vada finiamo a 50 punti: non sono pochi. Qualcuno dice che la Juve è in crisi, ma a Bergamo abbiamo fatto un risultato straordinario, in 10 contro l'Atalanta, finendo in crescendo e provando a vincere la partita. Non ho la sfera di cristallo per capire come finirà domani, però già ora 16 vittorie e 2 pareggi non sono pochi. Abbiamo chiuso anche il girone di Champions al primo posto... Altro che crisi, chi lo dice forse gli è andato il panettone di traverso. Magari qualcuno scherzava, dai...».

GLI ERRORI DA NON RIPETERE
«A Bergamo per alzare gli animi mi sono rivolto un po' troppo animatamente al quarto uomo, perché bisognava darsi una svegliata. Del resto, però, era impensabile non prendere gol per tutto il campionato, l'Atalanta è una squadra fisica, sono contento di come sia finita la partita».

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DUELLO JUVE/NAPOLI
«Se lo scudetto sarà una questione di testa? Dobbiamo pensare a noi stessi, sapendo che bisogna fare un passettino alla volta. Manca ancora tanto alla fine, c'è lo scontro diretto contro il Napoli da giocare: loro sono un'ottima squadra, a Milano avevano la partita in mano e potevano vincerla. Per noi il Napoli è una diretta concorrente, ma per la matematica c'è tempo».

IL FUTURO DI MAX
«Se a lunga scadenza la tentazione del Manchester United può interessarmi? A lunga scadenza, quando? Io ho un contratto di un anno e mezzo, sto molto bene alla Juve, stiamo facendo cose importanti grazie alla società e si va avanti così, senza nessun problema. Siamo a dicembre, ci sono tante partite da vincere, poi qui se perdi 2-3 partite sei subito in discussione… Aspettiamo un attimo».

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MAX E L'ITALIA
«Il calcio italiano non è che non mi piaccia più, anzi: è affascinante e molto difficile. Sono le cose fuori dal calcio che vanno migliorate. E per farlo non dobbiamo fare nulla di straordinario: semplicemente coinvolgere tutti i bambini, andando a parlare con loro, impiegando le ore del nostro tempo a parlare con loro. Per fare un programma di educazione, rispetto, sport e vita con le scuole. Altrimenti, non lamentiamoci poi se quando arriviamo in pullman allo stadio ci sono genitori che insultano tutti e con il loro bimbo accanto: e il bambino cosa impara? Io non ho voglia di andar via dall'Italia. Piuttosto ho voglia di mettermi a disposizione, visto che io ho un bimbo di 7 anni e voglia trasmettergli la giusta educazione. Bisogna ripartire dal basso, ma ci vuole pazienza. Non si risolve tutto in un giorno, però occorre iniziare da qualche parte: altrimenti fra due mesi si ricomincerà da capo. Guarda caso, mercoledì ho parlato e poi la sera è successo quello che è successo. Ma non so se questo fa parte del calcio».

 

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I RECORD
«Juve grandi numeri? Provo orgoglio e soddisfazione per quanto fatto tutti insieme. Io sono molto contento di come stiamo lavorando, sapendo che però non può bastare per creare i presupposti per andare a vincere. Bisogna sempre avere il profilo basso, stare zitti perché chiacchierare non serve a niente, e vincere le partite, che è la cosa più importante nel gioco del calcio. Domani possiamo “girare” a 53 punti e sarebbe importante, ma non per il record che non porta trofei. Però ti aiuta ad alzare l'asticella e raggiungere gli obiettivi, come l'ottavo scudetto di fila. Un pezzetto lo si prende domani con i 53 punti».

 

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TORINO - Ultima partita di un 2018 memorabile per la Juventus. Massimiliano Allegri, in vista del match di domani all'ora di pranzo contro la Sampdoria, fa il punto della situazione, anche sui fatti di Milano e la posizione del presidente federale Gravina: «Più che soddisfatto, diciamo che il presidente ha preso una posizione. Ci sono misure preventive da prendere, su tutto. Per l'ennesima volta abbiamo la possibilità di sterzare, ma per farlo bisogna non chiacchierare, ma soltanto fare. È l'unico modo, perché ora non va bene niente. Gli organi di competenza devono decidere, speriamo sia la volta buona per prendere misure preventive. La mia posizione è semplice: non ci si deve fermare. Perché solo l'ordine pubblico può sospendere una partita. Detto questo non tollero alcuna forma di razzismo e di insulto anche nei confronti dei morti e delle tragedie. Ma purtroppo, lo ripeto, in Italia abbiamo perso un po' di educazione e rispetto. Quindi non è solo un problema del calcio, ma per migliorare bisogna entrare nel mondo dei bimbi, delle scuole. Siccome lo sport è molto educativo, e il calcio soprattutto, magari 80 bambini su 100 li instradi bene. Ma è un percorso da fare tutti insieme. Facile parlare ora e dopodomani si sono dimenticati tutto».

 

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