Juventus, Allegri furioso: no alla sindrome da pancia piena

Il tecnico non perde il suo proverbiale ottimismo e non è preoccupato, ma si aspetta segnali dai suoi già da domani, alla ripresa degli allenamenti
Juventus, Allegri furioso: no alla sindrome da pancia piena© Juventus FC via Getty Images

TORINO - Ci sono un po’ di cosette che a Massimiliano Allegri “un so’ garbate”, rispetto a quanto accaduto durante il rocambolesco finale di Juventus-Parma e in realtà anche rispetto a quanto accaduto nelle ultime 4-5 partite (ovviamente comprese, in primis, la clamorosa sconfitta contro l’Atalanta e la fortunata e sofferta rimonta contro la Lazio). A dispetto di quanto si possa pensare, peraltro, non sono cosette di stampo esclusivamente tecnico (che pure non mancano, per carità: e le svisceriamo nelle pagine a seguire), bensì sfociano pienamente in un ambito caratteriale e di approccio. C’è infatti una parolina magica, che diventerà d’ordine, attorno alla quale verterà la ripresa degli allenamenti: sacrificio.

IL RITORNELLO - Già, sacrificio. Allegri lo chiede, lo pretende. Ritiene che il sacrificio, appunto, e lo spirito di gruppo siano un ingrediente fondamentale e imprescindibile per uscire dai momenti di difficoltà, per evitare di cacciarcisi dentro, per sublimare le qualità tecniche. Perché il tecnico bianconero vuol inculcare bene nella testa dei suoi giocatori che non basta avere qualità di palleggio, dribbling e tocco di palla che sono una spanna sopra gli altri se poi però arrivi secondo sul pallone, perdi i contrasti, ti dimostri deconcentrato. E ancora: non è solo segnando gol a grappoli che si vincono i tornei, anzi.

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