Dal rugby alla Juventus, alla scoperta di Ramsey 

Da piccolo domina in molti sport: nel calcio è ruvido ma autentico e poliedrico
Dal rugby alla Juventus, alla scoperta di Ramsey © www.imagephotoagency.it

TORINO - Il televisore appeso al muro, appena a lato del bancone del Red Kite Pub, è sempre lo stesso. Non avrà l'alta definizione, ma - diamine - la partita di rugby si vede bene comunque. Come sempre le stesse sono le melodie celtiche a far da sottofondo alle animate discussioni tra compaesani. E sempre gli stessi, anche se il trascorrere del tempo non è stato tenero con loro, sono i tavoli disposti un po’ alla rinfusa.

Quindici anni fa come oggi. Anche lui è rimasto sempre lo stesso, al pub con gli amici di sempre appena gli impegni glielo permettono, non più inquieto ragazzino ma milionaria stella del firmamento del pallone. Perché nelle sue vene scorre tutta l'autenticità delle sue origini. Aaron Ramsey e Caerphilly, cittadina nel Sud del Galles che l'ha visto nascere e l'ha allevato in grembo. Ma Aaron Ramsey, a ben vedere, è Caerphilly. Ruvido come la pietra utilizzata per costruire il celebre ed imponente castello che domina la contea. Secondo soltanto a quello di Windsor per dimensioni e illuminato da un gigantesco sole sulla gamba sinistra di Aaron, completamente coperta dall'inchiostro del tatuaggio a cui più è affezionato. Ma anche orgoglioso, come la gente che popola le verdissime lande meridionali del Paese del dragone rosso. E tremendamente agonista, come chiunque sia cresciuto a pane e rugby. Ma soprattutto sincero, come il retrogusto donato al palato dal tipico formaggio che dalla cittadina prende appunto il nome.

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