Dybala ha tutto per arrivare al livello CR7

Dybala ha tutto per arrivare al livello CR7© Juventus FC via Getty Images

Stimo molto Marotta, come persona e come professionista, ma francamente non ho capito il senso della sua polemica con la Juve. Se avesse ascoltato e riletto attentamente Paratici, il suo complemento ideale e prezioso di tanti anni, non avrebbe probabilmente risposto così piccato. Il dirigente bianconero, parlando di Icardi, ha dato infatti al suo discorso la stessa traiettoria che pochi secondi dopo ha applicato alla domanda su Mbappé o Salah. Che senso ha, il succo, parlare a febbraio di mercato? «Quello che succederà a giugno non si può sapere », ha aggiunto, parlando del francese e di Momo. Insomma, con lo stesso metro di Marotta, che pure ben conosce la prudenza del suo ex collega bianconero, avrebbero dovuto rispondere da Parigi o da Liverpool: «E allora, noi a giugno andiamo su Ronaldo…».

Marotta invece ha puntato l’attenzione su Dybala, “minacciando” un interessamento che - questo sì - è un grande complimento, da parte di uno che lo conosce bene. Perchè Dybala è un grandissimo calciatore, ad un soffio da essere considerato un fuoriclasse, con margini di crescita notevoli per uno di appena 25 anni, con otto trofei già alle spalle, in un mondo ancora monopolizzato - a ragione - da due ultratrentenni come Ronaldo e Messi. Ecco, io credo che Dybala abbia tutto per arrivare a quei livelli e anche per questo - a iniziare da stasera - è assolutamente giusto puntare su di lui. Puntare, sia chiaro, non vuol dire farlo giocare, compito che molto più autorevolmente e con competenza mille volte maggiore tocca ad Allegri. Ma vuol dire credere al cento per cento in un campione che nella Juve ha segnato 76 gol in 169 partite, cioè quasi mezzo… ad apparizione, che rappresenta la poesia, l’arte del calcio e si è messo al servizio della squadra e di Allegri, accettando di allontanarsi dalla porta per assecondare le esigenze di una squadra impreziosita da Ronaldo. Così facendo, e limitandosi a qualche sospiro seguito subito dalle scuse, si è guadagnato le parole di elogio del suo allenatore, di Paratici, di Nedved - che pure è abituato a parlar chiaro - e un gesto di grandissima amicizia da parte del numero 1 al mondo, pronto ad accompagnare un gol con l’esultanza di Paulo. Perchè i campioni riconoscono quelli come loro.

E’ giusto insomma che oggi a Madrid si parli di Ronaldo, con il suo carico di suggestioni, ma facendo molta attenzione a quel folletto, Dybala, capace di popolare i sonni, trasformandoli in incubi, dei rivali. Perché, come lui stesso ha detto, il progetto è diventare - dietro Ronaldo e Messi, gli Inarrivabili - il primo dei terrestri. E non ci sarebbe da stupirsi se l’operazione ripartisse proprio stasera, da Madrid. Dove Dybala, chissà se in campo o inizialmente in panchina, avrà addosso gli occhi dell’Europa. Perchè un 10 della Juve - il 10 di Sivori, di Platini, Baggio, Del Piero - è qualcosa che fa storia. E tutto questo - ma lo sa bene anche Marotta - non c’entra con la cronaca.

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