MADRID - E’ tutto fin troppo simbolico: iniziare la fase finale della Champions nella città dove si è interrotto il sogno l’anno scorso per colpa del piede (destro) di chi oggi prende per mano la Juventus nella sua Madrid, contro avversari che ha spesso tartassato e con la scioltezza di chi frequenta gli ottavi di Champions League come il tinello di casa sua.
Ma in fondo cosa c’è di più simbolico di Cristiano Ronaldo che gioca nella competizione che più ama, che ha già vinto cinque volte, nella quale ha segnato 122 volte (e in tre finali diverse, primato assoluto)? E’ nel suo sorriso spavaldo che si sciolgono buona parte delle ansie di Coppa della Juventus e del suo popolo. Perché stasera CR7 non sarà solo l’uomo guida della squadra al Wanda Metropolitano, ma di tutti i tifosi bianconeri che non vedono l’ora di capire qual è la sensazione che si prova ad affrontare una partita decisiva di Champions con Ronaldo dalla propria parte, visto che il contrario l’hanno già provato. Le sue qualità tecniche, quindi, saranno importanti almeno quanto il suo potere taumaturgico sulle motivazioni della squadra e dei suoi tifosi in questa particolare circostanza.