Juventus, Allegri è sereno: pensa a blindare lo scudetto e all'Atletico

L’addio a fine stagione è possibile e sarebbe consensuale: la decisione verrà presa ad aprile
Juventus, Allegri è sereno: pensa a blindare lo scudetto e all'Atletico© www.imagephotoagency.it

TORINO - No, l’ansia l’ha sempre frequentata poco e raramente per questioni di calcio. Così anche in queste settimane non risulta che Massimiliano Allegri sia in qualche modo turbato dalle voci sul suo futuro o dal fuoco amico delle critiche dei tifosi juventini. Sì, è molto concentrato sulla partita del 12 marzo, intorno alla quale si impernia una buona parte della stagione juventina ma, anche in questo caso, la fiducia prevale sul pessimismo. Preoccuparsi è una perdita di tempo e forze per l’allenatore bianconero, specialista e teorico della modalità risparmio energetico. E l’ansia si trasmette in modo virale: un allenatore ansioso avrà squadre ansiose e questo è l’ultimo dei desideri di Allegri in vista del ritorno con l’Atletico Madrid.

TRANQUILLO - Tranquillo e molto concentrato: domani può chiudere il discorso del suo quinto scudetto consecutivo (diventando l’unico allenatore ad aver stabilito questo record in Serie A, visto che non fu concesso a Carlo Carcano, architetto del Quinquennio 1930-35, ma esonerato a metà del quinto anno), poi si giocherà il passaggio ai quarti con la necessità di segnare 3 gol all’arcigno Atletico Madrid. Ma «halma», direbbe lui, una cosa per volta, ricordando che in mezzo c’è anche l’Udinese. E’ sereno, Allegri, e non potrebbe essere altrimenti: guadagna sette milioni a stagione, meritandoseli con risultati eclatanti e a lungo ineguagliabili, ha un rapporto sincero e sereno con i suoi dirigenti, da Agnelli a Paratici, con i quali ad aprile deciderà il suo futuro e, in caso di divorzio (che sarebbe consensuale e senza strascichi velenosi) potrebbe avere il privilegio di scegliere fra alternative di lusso in giro per l’Europa o, addirittura, in Italia se accettasse la corte del suo vecchio capo Beppe Marotta, titillato dall’idea di portare a Milano l’allenatore con cui ha vinto di più. Al suo posto sareste agitati?

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