Napoli-Juve, Ronaldo leader nella bolgia

CR7 guadagna la punizione dell'1-0 e si pone a servizio della squadra in un San Paolo infuocato
Ronaldo, 38 punti© www.imagephotoagency.it

TORINO - È sempre CR7, anche quando non sembra. Il film della partita scudetto, girato a casa di Maradona, non poteva esistere senza la star del campionato. Cristiano Ronaldo non ha passato la sua settimana più semplice, tra i postumi della dolorosa botta alla caviglia subita a Bologna e i controlli medici per scongiurare guai seri, ma non ha mai pensato di poter perdersi la notte del San Paolo. I grandi match sono quelli che più lo solleticano e, in un modo o nell'altro, il fuoriclasse portoghese riesce sempre a essere decisivo. All'andata aveva fatto un colpo di magia: pur non entrando nel tabellino dei marcatori, era stato il miglior in campo a suon di assist per Mandzukic (due) e Bonucci. Ieri sera, nel match point da più 16 sul Napoli, è stato protagonista dell'azione chiave. In un colpo solo, facendosi trovare al posto giusto nel momento giusto, si è procurato la punizione (poi trasformata da Pjanic nell'1-0) e la conseguente espulsione di Meret. Non un gol in rovesciata, ma una giocata determinante. Qualcuno lo ha già ribattezzato il “polpaccio de Dios”. A fine partita CR7 ha lasciato il campo stremato abbracciando uno per uno i compagni. Scene da scudetto anticipato. E la soddisfazione espressa nel dopo-gara con il post su Instagram: «Partita dura. Vittoria di squadra #finoallafine».

LEADER - Ma la forza e la leadership di Cristiano si vede anche nei momenti di difficoltà. Nel secondo tempo, con l’espulsione di Pjanic, Ronaldo si è dovuto sacrificare a fare la punta unica, con poco sostegno e molto isolamento. Una situazione scomoda per lui, ma soprattutto pericolosa per la Juve. Così, a più riprese, si è avvicinato alla panchina scuotendo la testa un po' innervosito e facendo segno ad Allegri che la squadra faticava a guadagnare campo e a ripartire. Più una battaglia, che una sfilata. CR7, però, oltre a invitare i compagni ad avanzare, si è calato nella parte e nei panni dell'attaccante obbligato a giocare una partita “sporca”. Tanti scatti a vuoto, molte rincorse nel nulla e pochi palloni veramente giocabili. Il peggio che può capitare a un serial bomber come lui.

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