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TORINO - E adesso dategli la sua occasione. Meglio ancora, le sue occasioni. Perché Moise Kean nella sua ancora albeggiante carriera ha già dimostrato di saper sfruttare al volo le opportunità che gli sono state concesse. E di possibilità, da qui al termine della stagione, per il millennial bianconero ce ne potrebbe essere più d'una. Con il successo di domenica sera al San Paolo la Juventus ha di fatto blindato quello che si aggiungerà presto alla collezione in bacheca come l'ottavo scudetto di fila. E, in più, alcuni dei principali interpreti che hanno a lungo tirato la carretta avrebbero bisogno di essere quantomeno gestiti, a maggior ragione nell'auspicata eventualità di un cammino in Champions da proseguire oltre l'ostacolo Atletico Madrid. Fattori - uniti alla naturale crescita dell'attaccante vercellese dopo quasi un anno a stretto contatto quotidiano con campioni del calibro di Cristiano Ronaldo alla Continassa - che spingono nell'ultima parte della stagione per un più assiduo utilizzo del talento classe 2000 da parte di Massimiliano Allegri. Anche perché, per l'appunto, Kean è un ragazzo che ha già dimostrato di saper cogliere al volo le occasioni. Lo dimostra la rete che, nel 2016-2017, l'ha incoronato primo marcatore della Serie A nato nel XXI secolo, dopo esser stato anche il più precoce esordiente. Trasferta a Bologna nell'ultimo turno di campionato e appena 11' concessi nel finale di gara: scampolo comunque sufficiente per trovare l'inzuccata valsa la prima gioia personale tra i professionisti e l'ennesimo successo dei bianconeri in stagione. A confermarlo, per di più, l'opportunità sfruttata lo scorso anno a Verona: campionato in prestito all'Hellas e prezioso apprendistato suggellato da 4 reti in 19 presenze. A ribadirlo, infine, la prima e finora unica maglia da titolare indossata in stagione, ancora nel fortunato teatro del Dall'Ara: in campo dal fischio d'inizio per l'ottavo di Coppa Italia a gennaio, il giovanissimo attaccante non ha perso l’occasione per gonfiare la rete.