Conte, Zidane, Deschamps: ecco perché la Juve ha fretta

Altre big d'Europa pronte al cambio: sarà vortice di tecnici
Conte, Zidane, Deschamps: ecco perché la Juve ha fretta

TORINO - Una frase su tutte invita a riflettere. Su tutte quelle - sibilline e interpretabili in modo variegato - dette ieri da Massimiliano Allegri in merito al suo futuro: «Con il presidente Andrea Agnelli ci siamo detti che del rinnovo del contratto parleremo a fine stagione». Il punto è che la fine della stagione bianconera - di fatto - coinciderà con l’ultima partita di Champions League: nel peggiore dei casi, dunque, con l’imminente ritorno degli ottavi di finale e nel migliore (perché ricordiamolo: nulla è ancora scritto e tutto può ancora succedere) con i quarti, le semifinali, la finale... Scaramanzie del caso a parte, del resto, una società impegnata a progettare il futuro e ad anticipare le scelte strategiche quanto più possibile, non può che considerare la pratica scudetto già sostanzialmente chiusa. L’unica altra discriminante da considerare per valutare e tirare le somme di questa gestione tecnica è appunto la Champions. Questo, Allegri, checché ne dica, non può non saperlo. Come non può non sapere che Agnelli, il vice presidente Pavel Nedved e il direttore sportivo Fabio Paratici hanno intenzione di iniziare a impostare il prossimo mercato in tempi rapidissimi non appena avranno definito (e qui torniamo al cammino Champions) quale sarà la potenza di fuoco consentita, tra l’altro, dagli introiti e dal market pool europei.

EFFETTO DOMINO - E c’è ancora un aspetto tutt’altro che trascurabile il quale induce a ipotizzare tempi ben più rapido di quelli imposti dal mero calendario stagionale: cioè la caccia al tecnico cui stanno/stanno per dare il via alcune big europee ed italiane. Dal Real Madrid (bufera da rifondazione completa) alla Roma (ipotesi traghettatore e poi si vedrà) passando eventualmente per il Paris Saint Germain (nonostante le momentanee rassicurazioni di Al-Khelaifi nei confronti di Tuchel), il Chelsea, magari anche l’Inter. La Juventus non ha alcuna intenzione di aspettare in buon ordine maggio-giugno per poi vedere chi è rimasto ancora a disposizione tra i già pochi, pochissimi candidati ritenuti all’altezza di raccogliere l’eredità di Allegri; no, al contrario, vuole semmai anticiparla, la concorrenza. 

I CANDIDATI - Il primo della lista - ma in realtà di più d’una lista - è Zindine Zidane. I bianconeri vedono in lui un condensato di carisma, curriculum, palmarès europeo, conoscenza del calcio italiano, giovane età difficilmente riscontrabile in altri candidati ed in grado di soddisfare le aspettative della dirigenza così come quelle della società. Manco a dirlo, però, per Zidane bisognerà battagliare: con il Real, ad esempio, giacché il patron Florentino Perez culla il sogno di riportare il suo pupillo alla base. Eppoi con varie ed eventuali. E pure il Psg non disdegnerebbe, qualora le cose con Tuchel dovessero degenerare, l’idea di portare sotto la Torre Eiffel un campione del mondo con la Francia che vanta in bacheca tre Champions come tecnico (più una da calciatore): vale a dire la vera e propria ossessione dei transalpini. A proposito di transalpini, poi, ecco il nome di Didier Deschamps che, tuttavia, non ha tutta questa smania di lasciare la Francia. E attenzione, poi, all’ipotesi del grande ritorno di Antonio Conte, svincolato di lusso: a patto che il presidente Agnelli sia disposto a perdonare una volta per tutte quella fuga estiva del 2014 che in diverse occasioni è stata oggetto di frecciatine e battute più che sarcastiche.

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