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TORINO - Mancano due giorni al giudizio finale. Quello che per Massimiliano Allegri sarebbe equiparabile a «una partita di calcio», che si può vincere o meno e se andrà male «ci riproveremo l’anno prossimo». Però il tecnico è il primo a sapere che l’esito della sfida che darà il pass per i quarti di Champions contro l’Atletico Madrid conterà moltissimo. Forse troppo, in riferimento al futuro dell’allenatore, ma tant’è: quelle orecchie che sfuggono da 23 anni rappresentano un’ossessione per chiunque ami davvero la Juventus. Ieri Max e il suo staff si sono dedicati all’allenamento post Udinese della squadra, quindi nel pomeriggio hanno studiato gli spagnoli impegnati in Liga. Riscontrando, ancora una volta, la coriaceità dei rompiscatole egregiamente allenati da Diego Simeone, il loro estremo desiderio di spezzare il gioco altrui piuttosto che produrne in proprio.
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Al mattino, invece, il lavoro vero ha riguardato gran parte dei titolari designati per martedì, gli stessi che - a parte Bonucci costretto a sostituire lo sfortunato Barzagli - venerdì sono rimasti in panchina: da Chiellini a Mandzukic e Ronaldo, senza contare (gli ex squalificati) Cancelo e Pjanic. Questa mattina tutti convocati alla Continassa, auspicabilmente con Douglas Costa in gruppo, come accaduto ieri: buon segnale in vista di un probabile impiego del brasiliano a gara in corso. Da oggi prove tattiche al via, sulla scorta di due sistemi di gioco, naturalmente intercambiabili.
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