Una variabile di una certa importanza è, inoltre, la novità totale di fronte alla quale i medici si trovano di fronte: un infortunio di Cristiano Ronaldo, cosa rara. Basti pensare che negli ultimi tre anni, il ko più grave occorso a CR7 è stato un non meglio precisato infortunio alla caviglia del 7 maggio e che lo tenne fermo per sette giorni. Per il resto le assenze di Cristiano sono state tutte contenute in due o tre giorni. Gli stop più gravi sono vecchi di almeno tre anni: lo stiramento del legamento collaterale mediale nel luglio del 2016 lo tenne fermo due mesi, mentre per la frattura dlela rotula nel luglio del 2008, quando Ronaldo era a Manchester, rimase fermo per tre mesi.
Ecco perché i medici della Juventus, che in questi mesi hanno imparato a conoscere la formidabile professionalità di Ronaldo, sotto sotto si fidano delle sue sensazioni: Cristiano conosce davvero il suo corpo, perché è il primo a coltivarlo con impegno maniacale, che va dall’alimentazione al riposo, passando per gli allenamenti e le terapie collaterali al lavoro quotidiano (come la famosa sauna del ghiaccio che serve proprio a prevenire gli infortuni muscolari).