Pagelle Juve: Vlahovic flop, meglio Kean. Male anche Kostic

A Locatelli mancano inventiva, corsa e anticipo. Milik e Bremer almeno ci provano. Miretti, solo buona volontà

SZCZESNY 6

Non è il caso di replicare l’uscita avventurosa in “stile Maccabi”, deve però restare alto quando Leao è in agguato. Sul gol di Tomori prova invano a chiudere uno specchio che si era fatto gigantesco agli occhi del milanista, poi si arrende a Diaz dopo aver quasi fatto un miracolo. Nel recupero sfodera su Origi il paratone che scansa il tracollo.

DANILO 6

Vede un buco e vi s’infila cercando il guizzo del sabato sera: gli va male in due circostanze, però era giusto provarci. Leao deve accentrarsi a caccia di spazio libero e questo è un merito del brasiliano, che sul taccuino finisce anche per un cross ben indirizzato sulla testa di Milik dalla fascia destra.

BREMER 6

La partnership con Bonucci per cercare di zittire Giroud non dispiace e quando c’è la possibilità, l’ex Toro prova a dare una mano anche nei rari spunti offensivi della Juve. La frenetica rincorsa a un posto al Mondiale è partita.

BONUCCI 4.5

Il momento più duro del primo tempo quando stramazza a terra dopo aver preso in faccia un pallone calciato da Leao: pronti i soccorsi e anche il gentile omaggio della Sud milanista che non dimentica. Non fa una gran figura, invece, quando Diaz con un tunnel lo lascia sul posto e infila il 2-0 rossonero. Di lì in poi, il crollo. Forse da parte del capitano sarebbe servito qualche urlo in più per risvegliare la compagnia in un secondo tempo che una squadra chiamata a recuperare il risultato dovrebbe affrontare con il sangue agli occhi.

ALEX SANDRO 5

L’ammonizione di Cuadrado è per metà colpa sua, visto che sbaglia il tempo dell’anticipo su Diaz. Sul mischione che origina il vantaggio del Milan è lui a tenere Tomori in gioco.

CUADRADO 5

A bilancio mette un diagonale troppo largo, un cartellino giallo difficile da evitare, così come è complicato interpretare una sua scelta su una ripartenza a campo aperto con palla servita a Vlahovic e non a Milik. Gioca solo un tempo, quindi Allegri lo cambia anche perché, dopo l’episodio del fallo di Hernandez non fischiato, il colombiano s’era innervosito assai.

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MCKENNIE

(1’ st) 5 Così lontano dall’area, così fuori contesto su una mattonella defilata dal cuore dell’azione, non può combinare nulla. Neanche fare densità lì in mezzo.

LOCATELLI 4.5

Gli l’invenzione che un tempo spaccava, mentre ora è obbligato a scusarsi (ieri lo ha praticamente fatto con tutta Milano) per un paio di cambi di gioco totalmente sbagliati. Non sembra avere il passo che serve, né il fiato necessario per star dietro a quel diavolo di Leao. Non arriva mai per primo sul pallone, va recuperato quanto prima.

PAREDES (12’ st) 5

Poco utile e pure irrequieto quando l’atmosfera si scalda.

RABIOT 5

Buone chiusure su Diaz per un avvio spigliato nel primo tempo. Ma si spegne subito, invischiato nella ragnatela messa su da Tonali, Bennacer e soci.

SOULÈ (35’ st)

KOSTIC 5

Lo sparo in porta non è il suo forte e a San Siro se ne accorgono tutti. Avanzare sulla corsia? No, non è il caso. Piuttosto sta arretrato e da lì non si schioda.

MIRETTI (12’ st) 5.5

Buona volontà, un’incursione nel finale a bocce quasi ferme.

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MILIK 6

Pendolare per diletto e mestiere, ma anche arcigno protettore di palloni che scottano, da controllare e schiaffeggiare verso Tatarusanu. Duella di fisico con Tomori, dormiente sul retropassaggio errato di Vlahovic sul quale, però, la colpa non è sua. Ha sulla testa l’occasione per riaprire la partita: manco a dirlo, “passaggio” a Tatarusanu. Alla fine dei conti, ha più feeling con Kean nei minuti finali che non con Dusan.

VLAHOVIC 4.5

Più che nei tiri in porta - quali? - “brilla” per alcuni gravi errori nell’impostazione delle ripartenze. E nel secondo tempo fa ancora peggio, agevolando il bis milanista con un passaggio insensato nella terra di mezzo. Basta così? No, perché anche negli appoggi elementari il ragazzo soffre: si vede che non è sereno. All’uscita dal campo, scalcia una bottiglietta e poi abbraccia Allegri: urge autoanalisi accurata.

KEAN (33’ st) 6

Un bel quarto d’ora finale a San Siro, tanto che potrebbe essere ricordata come la sua migliore prestazione stagionale. Tra i pochi ad aver voglia in una Juve confusa e spompata.

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ALL. ALLEGRI 4.5

Il buon inizio, con una squadra che a un tratto sembrava pronta ad attaccare l’area rossonera in cinque, aveva illuso. Era solo una scena da tagliare poi in postproduzione. Perché nel girato che segue non s’intravede mai la buona volontà di una squadra pronta a reagire, superando anche gli episodi girati male. Reazione dopo il 2-0? Molto, troppo posticipata. Conclusione: test di personalità non superato. E quello zero nella casella delle vittorie fuori casa continua a fare malissimo.

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SZCZESNY 6

Non è il caso di replicare l’uscita avventurosa in “stile Maccabi”, deve però restare alto quando Leao è in agguato. Sul gol di Tomori prova invano a chiudere uno specchio che si era fatto gigantesco agli occhi del milanista, poi si arrende a Diaz dopo aver quasi fatto un miracolo. Nel recupero sfodera su Origi il paratone che scansa il tracollo.

DANILO 6

Vede un buco e vi s’infila cercando il guizzo del sabato sera: gli va male in due circostanze, però era giusto provarci. Leao deve accentrarsi a caccia di spazio libero e questo è un merito del brasiliano, che sul taccuino finisce anche per un cross ben indirizzato sulla testa di Milik dalla fascia destra.

BREMER 6

La partnership con Bonucci per cercare di zittire Giroud non dispiace e quando c’è la possibilità, l’ex Toro prova a dare una mano anche nei rari spunti offensivi della Juve. La frenetica rincorsa a un posto al Mondiale è partita.

BONUCCI 4.5

Il momento più duro del primo tempo quando stramazza a terra dopo aver preso in faccia un pallone calciato da Leao: pronti i soccorsi e anche il gentile omaggio della Sud milanista che non dimentica. Non fa una gran figura, invece, quando Diaz con un tunnel lo lascia sul posto e infila il 2-0 rossonero. Di lì in poi, il crollo. Forse da parte del capitano sarebbe servito qualche urlo in più per risvegliare la compagnia in un secondo tempo che una squadra chiamata a recuperare il risultato dovrebbe affrontare con il sangue agli occhi.

ALEX SANDRO 5

L’ammonizione di Cuadrado è per metà colpa sua, visto che sbaglia il tempo dell’anticipo su Diaz. Sul mischione che origina il vantaggio del Milan è lui a tenere Tomori in gioco.

CUADRADO 5

A bilancio mette un diagonale troppo largo, un cartellino giallo difficile da evitare, così come è complicato interpretare una sua scelta su una ripartenza a campo aperto con palla servita a Vlahovic e non a Milik. Gioca solo un tempo, quindi Allegri lo cambia anche perché, dopo l’episodio del fallo di Hernandez non fischiato, il colombiano s’era innervosito assai.

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