Il Toro giovane è bello. Nel segno della tradizione

L’ultimo lanciato è Gineitis. Storicamente la società si affida a ragazzi già pronti, ma dal futuro luminoso. Juric in questa stagione ha impiegato 10 giocatori su 12 nati dopo il 2000: senza minuti solo Gemello e Fiorenza
Il Toro giovane è bello. Nel segno della tradizione

TORINO - Terza tra le 20 iscritte al campionato di Serie A per età media più bassa, prima per numero di 2004 impiegati. Il Torino non ha varato la linea verde soltanto a parole, ma nei fatti. Come chiarisce la tabella a corredo dell’articolo, la rosa più giovane è quella del Lecce: la squadra di Marco Baroni - a più 7 punti sulla terz’ultima che è un Verona in grande ascesa - ha un’età media di 24,1 anni. Secondo è l’Empoli (24,8), club tradizionalmente attento al settore giovanile e che non ha paura a transitare dal medesimo alla prima squadra i prodotti migliori. Terzo il Toro con 24,9. Una media che i granata raggiungono in virtù di ben undici giocatori che sono nati dal 2000 in avanti. Nove di questi hanno disputato almeno una partita ufficiale, in stagione, mentre due - i portieri Gemello e Fiorenza - non sono mai scesi in campo. I 2004 impiegati da Juric sono invece Ilkhan e Gineitis. Il turco - a gennaio passato in prestito alla Samp che al Torino ha girato il pari ruolo Vieira - ha giocato in campionato contro Monza, Lecce, Inter e Samp. Il lituano, invece, è stato lanciato contro una tra le avversarie più toste, il Milan, e nella cornice di San Siro.

Se in diverse rose delle squadre di A ci sono tanti nati dal 2000 in avanti ben poco utilizzati, nel Torino la maggior parte dei giovani è protagonista. Lo sarebbero innanzitutto Ricci e Ilic, se le condizioni fi siche li sostenessero. Il futuro è comunque loro, del talento preso proprio dall’Empoli e svezzato nella prima squadra toscana dopo il settore giovanile (il regista era nato e calcisticamente cresciuto nel Pontedera), e del serbo prelevato a gennaio dal Verona per una cifra complessiva di 17 milioni (l’ex gialloblù comunque giocherà contro la Cremonese, resta da vedere se dall’inizio o a gara in corso). Fermo perché sottoposto a un intervento al ginocchio è poi Zima, il quale ha così dovuto rallentare il percorso di crescita mai interrotto da quando è approdato a Torino (nel 2021 dallo Slavia Praga). Il ceco è un classe 2000, come pure Singo che della squadra granata ugualmente è protagonista. Dopo un avvio di carriera dirompente e una successiva flessione, ultimamente l’ivoriano sta riprendendo leggermente quota. E del 2000 sono anche Adopo e Bayeye: entrambi francesi, ma con un percorso differente. Il centrocampista - in scadenza di contratto tra pochi mesi e per il quale in questa fase non è facile trovare l’intesa per il rinnovo - è con Linetty, ora come ora, la prima alternativa a Ricci e Ilic, mentre l’esterno ha vissuto la gioia dell’assist a San Siro in Coppa Italia contro il Milan, ma avrebbe bisogno di un passaggio in B per maturare. Restano poi i 2001 Seck e Pellegri. Il primo vive di fiammate anche importanti, ma è pure assai discontinuo, il secondo a causa del numero innumerevole di infortuni resta praticamente ingiudicabile.

Toro giovane come molto spesso lo è stato nella storia. E anche guardando alle vittorie, tantissime sono quelle ottenute a livello di settore giovanile. Soltanto l’Inter, ad esempio, ha vinto più scudetti Primavera dei granata: 10 a 9 (terza è la Roma con 8). Sei sono invece i successi al Torneo di Viareggio (pari al Dukla Praga, davanti ci sono Juve e Milan con 9, Inter e Fiorentina con 8). Se questo Toro avrà la forza per non smantellare - evitando cessioni dolorose, procedendo con alcuni rinnovi e riscatti - il futuro potrà essere anche più allettante di un già interessante settimo posto.

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