La Juve di Di Maria è agli ottavi di Europa League

I bianconeri hanno piegato il Nantes trascinati dal Fideo non solo con la tripletta: l'argentino è il fulcro della squadra, libero di muoversi e inventare

TORINO - “Fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione” è la definizione del genio data in Amici miei. Aggiungete un piede sinistro dalla sublime capacità di toccare il pallone ed ecco il tiro con cui Angel Di Maria ha indirizzato Nantes-Juventus, vedendo Lafont leggermente fuori dalla porta e comprendendo che calciando di prima, anticipando così il ritorno di Pallois, e con un marcatissimo effetto a rientrare, avrebbe potuto scavalcarlo e segnare.

Baratro

Non si può non partire dalla giocata del Fideo per parlare della partita con cui la Juventus si è presa la qualificazione agli ottavi di Europa League, lasciata in bilico all'andata per colpe proprie (poca concretezza in fase di finalizzazione) e altrui (la sfortuna sulla traversa-riga-palo di Chiesa e sulla traversa di Di Maria e le decisioni dell'arbitro Pinheiro). Non si può non partire da quella giocata perché ha spalancato davanti ai francesi, partiti bene sulla spinta del Beaujoire tutto gialloverde e mai in silenzio fino al 90', il baratro del divario di classe tra il Fideo e i rivali. Un baratro che ha aiutato anche i compagni a far emergere la loro superiorità sugli avversari, non così marcata come quella dell'argentino, ma pur sempre netta. Non si può non partire da quella giocata perché non si può non partire dal Fideo per parlare di questa Juventus, che Massimiliano Allegri sta modellando a misura del suo uomo di maggior classe.

Fideo ovunque

Il modulo bianconero è infatti un 3-5-1 più Di Maria, con l'argentino libero di muoversi dove l'intelligenza calcistica superiore lo porta, assecondato dalle avanzate degli esterni, dagli inserimenti delle mezzali e dalle loro rotazioni. Il Fideo gioca a destra, a sinistra, arretra da regista e a volte riceve in posizione quasi da terzino. Poi però riappare in avanti vicino a Kean (preferito a Vlahovic) sorprendendo i difensori del Nantes, come quando Rabiot lo pesca sulla destra al 18' e lui provoca rigore ed espulsione di Pallois cercando il gol con un'invenzione di tacco dopo aver saltato Chirivella e, con un po' di fortuna, Lafont. La partita è di fatto finita lì, anche se sono riemersi certi difetti della Juventus che non hanno certo fatto piacere ad Allegri, da quel che si è visto dai suoi gesti in panchina, e sui quali il tecnico deve ancora lavorare. L'idea di gestire le forze era assolutamente legittima, ma i bianconeri a tratti hanno dato la sensazione di voler gestire anche quelle mentali, abbassando la concentrazione e fallendo nel concretizzare, al momento di rifinire o di concludere, diverse situazioni che avrebbero potuto fruttare il 3-0. Firmato infine ancora dal Fideo con un colpo di testa quasi dalla linea di fondo. E con un fuoriclasse così e gli ottavi in tasca, Allegri può sicuramente lavorare meglio per inserire nella Juve gli altri campioni mancati nella prima parte della stagione e per limare i difetti che ancora affiorano. E per preparare il derby di martedì.

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