Next Gen: ecco perché la Juve, prima di Vicenza, ha già vinto

Al Menti il ritorno della finale di Coppa Italia, ma i bianconeri possono essere già soddisfatti così. Vi spieghiamo le ragioni e le prospettive di un progetto destinato a durare
Next Gen: ecco perché la Juve, prima di Vicenza, ha già vinto© Juventus FC via Getty Images

INVIATO A VICENZA - Comunque vada sarà un successo. No, d’accordo: non può essere così nel club in cui “vincere è l’unica cosa che conta”. Ma questa finale di Coppa Italia di Serie C, per la Juventus Next Gen, resta un gran bel traguardo a prescindere dal risultato del campo. I bianconeri di Brambilla (fischio d’inizio alle 20.30, live su tuttosport.com) dovranno ribaltare la sconfitta per 2-1 maturata all’Allianz nella gara d’andata contro il Vicenza. E dovranno farlo in un Romeo Menti che si annuncia esaurito. Ecco, appunto: un contesto e una situazione ideali per la crescita delle migliori individualità sfornate dal settore giovanile di Vinovo.

Le ragioni del successo

Perché di questo si tratta, in fondo, quando si analizza il progetto seconda squadra. E, allora, ancor prima di scoprire se il club riuscirà ad arricchire la bacheca con il secondo trofeo in cinque anni appena di vita della Next Gen, evoluzione non solo a titolo di denominazione dell’Under 23, ecco che la Juventus – in qualche modo – ha già vinto. Perché, in terra vicentina, potrà schierare in campo Barrenechea, Iling e Soulé, pedine entrate in pianta stabile nelle rotazioni della prima squadra di Allegri. E perché, al contrario, non potrà sfruttare le qualità del 19enne Miretti, perno in mediana della squadra che sta preparando la gara d’andata contro lo Sporting nei quarti di Europa League.

E non finisce qui

Il circolo virtuoso, spinto da qualche infortunio di troppo in prima squadra, è prepotentemente avviato. E anche Allegri raccoglie a piene mani i succosi frutti che l’albero del vivaio bianconero produce con chirurgica continuità. Difatti, alle spalle dei sopracitati talenti in rampa di lancio, tre su quattro nati nel 2003 e dunque non esattamente veterani, spinge un’intera nidiata di promesse. Barbieri ha già esordito “tra i grandi”, Compagnon e Sekulov sono già stati convocati: a Vicenza saranno tutti protagonisti, chi dal campo e chi inizialmente dalla panchina. Ma c’è di più. Perché l’occasione, a dispetto della posta in palio o forse proprio in funzione di quella, sarà propizia per vedere all’opera anche gli ultimi gioiellini forgiati a Vinovo. E dunque il difensore Huijsen, autore in semifinale con il Foggia della doppietta che ha trascinato i bianconeri fino all’ultimo atto della Coppa Italia. E dunque Yildiz, tra le stelle più luminose e chiacchierate della sua generazione. Sono due ragazzi del 2005, dunque sarebbero sotto età in Under 19. E invece, grazie alla politica societaria bianconera, hanno già compiuto il salto al piano di sopra, tra i professionisti, e al Menti potranno dare il loro contributo per provare a sollevare al cielo il trofeo. Non sarà l’aspetto dirimente di questo percorso, d’accordo. Ma alla Juventus, a prescindere da tutto, vincere non può essere nemmeno relegato a dettaglio secondario.

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