Juventus, senza intensità e gioco non c'è futuro

Tifosi sempre più insoddisfatti, sognano un altro tipo di calcio. E col progetto sostenibile dei giovani, alla base deve esserci organizzazione

TORINO - Una volta, nemmeno tanto tempo fa, imperavano l’auditel e l’indice di gradimento per i programmi tv. Detto male quantità e qualità: dal loro incrocio si sapeva quanti avevano visto una trasmissione e in che misura era piaciuta. Questo mix, nel calcio, non esiste: per la seconda ascissa non c’è uno strumento in grado di sondare in maniera precisa il tasso di godimento. Però tra commenti via web e “rumori” allo stadio dalle tribune, non è impossibile tastare il polso dei tifosi per sondare il loro livello di soddisfazione su ciò che hanno visto. A volte la percezione può essere diversa a seconda se si sia seguito la partita dal vivo, sulle tribune dello stadio o semplicemente davanti al teleschermo. Traslando questi parametri al mondo della Juventus con le prestazioni della squadra di Allegri, i conti tornano soltanto a metà. Perché la maglia bianconera continua a tirare (record su Sky per Juventus-Sporting che ha registrato il miglior ascolto delle ultime 2 stagioni della competizione europea con oltre 2 milioni di spettatori unici) il problema è ciò che lascia a livello di sensazioni al termine dei 90 minuti più recupero. La Juve diverte poco e ha un gioco che stenta a rendere la partita appassionante. Ora non è solo una questione di gusti.

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La Juve, il mercato e il futuro di Allegri

Il problema è differente, soprattutto se lo si coniuga al futuro, ovvero alla prossima o alle prossime stagioni bianconere in cui il tasso tecnico complessivo non potrà crescere, anzi, per via delle filosofie di un mercato destinato a essere in discontinuità con le ultime edizioni. Responsabili, non in seconda posizione, per i rossi del bilancio. Dunque servirà una Juventus diversa, in grado, per esempio, di sopperire con l’organizzazione di gioco a una qualità dei singoli inferiore. Chi allenerà la Juventus, Allegri è al momento in pole position avendo ancora due anni di contratto, dovrà modificare il Dna della squadra che, allo stato dell’arte, salvo nuovi contratti allungati saluterà il 30 giugno Rabiot, Di Maria e Paredes. Ma c’è di più. Perché la Juventus non solo dovrà dotarsi di un gioco più efficace, bisognerà tassativamente aumentare l’intensità. Troppo lenta la manovra - ogni tre per due lo ricorda lo stesso Max a caldo nei dopopartita - per poter far rendere al meglio il potenziale a disposizione e quindi servirà una preparazione atletica differente. Alla quale abbinare anche una diversa gestione delle problematiche muscolari in quanto il numero dei kappaò è stato esageratamente impattante, soprattutto in questa ultima annata. Che, peraltro, al momento, racconta di una Juventus al secondo posto per punti fatti (terza miglior difesa e quarto miglior attacco), oltre a essere in semifinale di Coppa Italia e ai quarti di Europa League. Ma non basta. Serve di più? Anche, ma serve soprattutto altro.

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TORINO - Una volta, nemmeno tanto tempo fa, imperavano l’auditel e l’indice di gradimento per i programmi tv. Detto male quantità e qualità: dal loro incrocio si sapeva quanti avevano visto una trasmissione e in che misura era piaciuta. Questo mix, nel calcio, non esiste: per la seconda ascissa non c’è uno strumento in grado di sondare in maniera precisa il tasso di godimento. Però tra commenti via web e “rumori” allo stadio dalle tribune, non è impossibile tastare il polso dei tifosi per sondare il loro livello di soddisfazione su ciò che hanno visto. A volte la percezione può essere diversa a seconda se si sia seguito la partita dal vivo, sulle tribune dello stadio o semplicemente davanti al teleschermo. Traslando questi parametri al mondo della Juventus con le prestazioni della squadra di Allegri, i conti tornano soltanto a metà. Perché la maglia bianconera continua a tirare (record su Sky per Juventus-Sporting che ha registrato il miglior ascolto delle ultime 2 stagioni della competizione europea con oltre 2 milioni di spettatori unici) il problema è ciò che lascia a livello di sensazioni al termine dei 90 minuti più recupero. La Juve diverte poco e ha un gioco che stenta a rendere la partita appassionante. Ora non è solo una questione di gusti.

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