Juve attenta: il mago Mendilibar studia un altro gioco di prestigio

Il tecnico andaluso al Diario de Sevilla: "Non ci sono pozioni o formule magiche: ora la squadra ha di nuovo fiducia". L'effetto Sànchez-Pizjuàn

Siviglia aspetta la Juventus e non si cura ancora del derby di domenica sea, quando al Ramon Sanchez Pizjuan arriverà il Betis per una sfida dall'ovvia importanza, con tutte le implicazioni del caso. Prima però c'è da mantenere fede alla fama del Siviglia di dominatore dell'Europa League e prima ancora della Coppa Uefa, della quale la competizione attuale ha raccolto l'eredità. Dopo l'1-1 rocambolesco del match di andata, ci sarà un ambiente caldo in terra andalusa e non si tratta di condizioni atmosferiche.

Il segreto della riscossa andalusa

L'avvicinamento al match contro la squadra di Allegri prosegue, con l'allenamento alla Academy Center Ciudad Deportiva Jose Ramón Cisneros, il centro sportivo del Siviglia, e poi la conferenza stampa classica del pre partita. Anche se il tecnico Mendilibar, grande protagonista della rinascita del Siviglia in una stagione cominciata in salita, ha già raccontato il suo punto di vista a Diario de Sevilla: «Non ci sono pozioni magiche, non facciamo miracoli. I giocatori erano messi male, avevano perso fiducia. Però quando sono arrivato la squadra avva già superato due turni di Europa League e se siamo in semifinale è solo per quello che abbiamo fatto prima. La squadra sta bene, poi bisogna analizzare non solo i risultati: certo, a Torino il risultato non ci ha premiato, ma dobbiamo valutare la prestazione, che è stata buona».

Quel precedente portafortuna

Ci sarà poi un altro alleato del Siviglia domani sera: il pubblico. Caldo e abituato ai grandi palcoscenici europei. Negli scontri storici tra Siviglia e Juventus i precedenti sorridono comunque ai bianconeri: l'ultima volta al Ramon Sanchez Pizjuan a novembre 2016, nel girone di Champions League nell'annata che portò alla finale di Cardiff, la squadra di Allegri, anche allora in panchina, si impose per 3-1 con reti di Marchisio (su rigore), Bonucci (assente stavolta per infortunio) e Mandzukic.

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