Juventus, Chiesa non sia un altro Dybala

Dal gol in Nazionale arriva il monito per il club e Allegri, ricordando Paulo: se non ci sono margini per andare avanti insieme, meglio separarsi e monetizzare

Delizia in Nazionale, croce forse no nella Juventus, ma di sicuro quella di Federico Chiesa è una questione da affrontare e risolvere. Possibilmente adesso, nella sessione di mercato estiva, per evitare corsi e ricorsi piuttosto recenti. Qualcuno ha nominato Paulo Dybala? Più o meno, probabilmente, ogni tifoso bianconero che ricordi l’epopea del mancato rinnovo dell’argentino, frontman juventino e campione di popolarità tra la gente, specialmente tra i bambini che sognavano di giocare un giorno con la sua numero 10 bianca e nera.

Dybala e quel rinnovo mai arrivato

Un rinnovo poi dissoltosi come una bolla di sapone. Nell’estate del 2019 Dybala finisce sul mercato, ma il ragazzo ha altre intenzioni: rientra con qualche giorno di anticipo rispetto alla convocazione, ma il club nel frattempo cerca di venderlo prima della chiusura delle trattative in Inghilterra. La leggenda (o verità?) narra che, saltato il passaggio di Paulo allo United, sfumi la possibilità di vedere Lukaku in bianconero. Dybala non ci sta e declina pure il corteggiamento del Tottenham. Morale della favola? Rimane, con Sarri in panchina: è un’annata di rilancio e, già prima che il mondo scopra l’incubo del Covid, iniziano i contatti per intavolare la trattativa per il prolungamento. La pandemia però congela ogni cosa e cambia i piani: slitta tutto a fine estate 2020 e, dopo una stagione da Mvp, l’argentino alza la posta, rivendicando un ruolo da leader e dunque da top player anche nello stipendio. Pare che la Juventus voglia venirgli incontro, mettendo sul piatto un’offerta che sembra irrinunciabile, da dentro o fuori: 10 milioni netti a stagione. Lui però ne chiede di più e la trattativa torna in stallo. Spiega bene la situazione l’allora presidente Andrea Agnelli, premiato al Golden Boy di Tuttosport a dicembre 2020: «So che lui ha già un’offerta che lo pone tra i primi 20 calciatori più pagati in Europa ed è un’ottima base. Stiamo aspettando una sua risposta, ma la cosa più importante è che risponda in campo. L’ambizione è che debba arrivare nei primi 5 e noi dobbiamo supportarlo. Al momento non è tra i primi 5».

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Dybala-Juve, fine della storia

A marzo 2021 è l’allora vicepresidente Nedved a dire che quell’offerta non vale più. In estate tuttavia la dirigenza cambia: ecco Arrivabene, va via Paratici e si ricomincia a trattare. Sembra la volta buona, a fine 2021, ma il manager dell’attaccante, Antun, non è ancora abilitato e non può apporre la firma sul contratto. Potrà farlo a gennaio 2022, ma a quel punto è tardi: la Juventus prende Vlahovic e cambia i piani, il resto è storia recente.

Chiesa, la Juve e il caso Dybala

La questione Chiesa, che ha altri due anni di contratto, è solo in parte diversa: il giocatore, reduce da un brutto infortunio e da una stagione difficile, vorrebbe guadagnare più dei 5 milioni netti attuali, però la Juventus al momento ha altre priorità. Tuttavia è preferibile, per club e squadra, evitare una telenovela modello Dybala: se non ci sono i presupposti per andare avanti insieme, meglio salutarsi subito. La domanda piuttosto è: c’è qualche squadra pronta a sborsare 60 milioni per l’azzurro, ora come ora?

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Delizia in Nazionale, croce forse no nella Juventus, ma di sicuro quella di Federico Chiesa è una questione da affrontare e risolvere. Possibilmente adesso, nella sessione di mercato estiva, per evitare corsi e ricorsi piuttosto recenti. Qualcuno ha nominato Paulo Dybala? Più o meno, probabilmente, ogni tifoso bianconero che ricordi l’epopea del mancato rinnovo dell’argentino, frontman juventino e campione di popolarità tra la gente, specialmente tra i bambini che sognavano di giocare un giorno con la sua numero 10 bianca e nera.

Dybala e quel rinnovo mai arrivato

Un rinnovo poi dissoltosi come una bolla di sapone. Nell’estate del 2019 Dybala finisce sul mercato, ma il ragazzo ha altre intenzioni: rientra con qualche giorno di anticipo rispetto alla convocazione, ma il club nel frattempo cerca di venderlo prima della chiusura delle trattative in Inghilterra. La leggenda (o verità?) narra che, saltato il passaggio di Paulo allo United, sfumi la possibilità di vedere Lukaku in bianconero. Dybala non ci sta e declina pure il corteggiamento del Tottenham. Morale della favola? Rimane, con Sarri in panchina: è un’annata di rilancio e, già prima che il mondo scopra l’incubo del Covid, iniziano i contatti per intavolare la trattativa per il prolungamento. La pandemia però congela ogni cosa e cambia i piani: slitta tutto a fine estate 2020 e, dopo una stagione da Mvp, l’argentino alza la posta, rivendicando un ruolo da leader e dunque da top player anche nello stipendio. Pare che la Juventus voglia venirgli incontro, mettendo sul piatto un’offerta che sembra irrinunciabile, da dentro o fuori: 10 milioni netti a stagione. Lui però ne chiede di più e la trattativa torna in stallo. Spiega bene la situazione l’allora presidente Andrea Agnelli, premiato al Golden Boy di Tuttosport a dicembre 2020: «So che lui ha già un’offerta che lo pone tra i primi 20 calciatori più pagati in Europa ed è un’ottima base. Stiamo aspettando una sua risposta, ma la cosa più importante è che risponda in campo. L’ambizione è che debba arrivare nei primi 5 e noi dobbiamo supportarlo. Al momento non è tra i primi 5».

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