Pogba triste e solitario: Juve, è l’ora della verità

Domani le controanalisi, l’esito in 3 giorni. Se la positività sarà confermata, può chiedere di essere interrogato o presentare la memoria difensiva
Pogba triste e solitario: Juve, è l’ora della verità© Marco Canoniero

ROMA - Settimana intensa per la Juventus. Non soltanto sui temi di campo con il derby sabato allo Stadium, ma anche per le vicende extra calcio con la nuova udienza, oggi al Collegio Arbitrale della Figc, della causa intentata da Cristiano Ronaldo contro il club bianconero per i 19,9 milioni legati alla manovra stipendi e, soprattutto, domani con le controanalisi di Paul Pogba, risultato positivo al testosterone al controllo antidoping nella prima giornata di campionato, il 20 agosto in casa dell’Udinese, e sospeso in via cautelare dall’11 settembre dal Tribunale Antidoping. Alla base della positività ci sarebbe l’utilizzo di un integratore che il francese avrebbe comprato a Miami, dove ha casa, su indicazione di uno specialista amico di famiglia senza comunicarlo ai medici della Juventus: una leggerezza probabilmente doppia visto che sulla confezione di integratori ci sarebbe stata la scritta sui rischi del prodotto.

Pogba e il caso doping: le tempistiche

Da 23 giorni il Polpo fa quindi vita a sé: si allena a casa, i contatti con i compagni di squadra sono soltanto al cellulare e non si è fatto vedere neppure in tribuna allo Stadium. Domani, nei laboratori dell’Acqua Acetosa di Roma, saranno effettuate le analisi sul campione B di urina: per avere l’esito occorrerà aspettare qualche giorno (l’ultimo caso, quello di Palomino dell’Atalanta, è stato risolto tra il 9 e il 12 agosto), ma non è che ci si aspetti di veder capovolto l’esito. Anzi, la casistica vede sempre confermato dalle contronalisi il primo risultato. Da quando si conoscerà l’esito Pogba avrà sette giorni di tempo per mandare le memorie difensive o chiedere di essere interrogato. In ogni caso, potrà fare l’uno e l’altro. La Procura antidoping invece avvierà la fase istruttoria con tre scenari possibile: l’archiviazione, con richiesta al Tribunale Nazionale Antidoping, il patteggiamento (con una proposta di squalifica inferiore alla pena massima di 4 anni) o il deferimento e processo sportivo davanti al Tribunale nazionale antidoping (in questo caso, si può ipotizzare una data per novembre).

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Parola agli avvocati

Il gesto di Pogba non è stato né volontario (non è un dopato) né accidentale (l’integratore lo ha comprato e assunto lui stesso), perciò la linea difensiva del giocatore si baserà sulla non intenzionalità, anche se dovrà scontrarsi con alcune fragilità, come le indicazione dei rischi sul flacone incriminato o la mancata comunicazione dell’integratore assunto ai medici della Juventus. Gli avvocati del centrocampista francese punteranno a limitare i danni ed evitare una squalifica che potrebbe addirittura sancire la fine della carriera. La Juventus invece attende e poi prenderà una decisione. «Agiremo insieme con il management di Paul» aveva detto il dt Cristiano Giuntoli. Finora il club non ha sospeso lo stipendio al giocatore ma, in caso di squalifica, può rescindergli il contratto.

La liberatoria di Cristiano Ronaldo

La querelle tra CR7 e la Juventus riguarda invece le mensilità di stipendi congelate e differite nel tempo per via dell’accordo trovato nel periodo del Covid, quando tutte le competizioni erano state sospese. Il fuoriclasse portoghese pretenderebbe le spettanze, ma la situazione potrebbe avere uno sviluppo favorevole al club bianconero, visto che l’attaccante aveva firmato una liberatoria per anticipare il suo ritorno al Manchester United certificando di non avere più nulla da pretendere.

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ROMA - Settimana intensa per la Juventus. Non soltanto sui temi di campo con il derby sabato allo Stadium, ma anche per le vicende extra calcio con la nuova udienza, oggi al Collegio Arbitrale della Figc, della causa intentata da Cristiano Ronaldo contro il club bianconero per i 19,9 milioni legati alla manovra stipendi e, soprattutto, domani con le controanalisi di Paul Pogba, risultato positivo al testosterone al controllo antidoping nella prima giornata di campionato, il 20 agosto in casa dell’Udinese, e sospeso in via cautelare dall’11 settembre dal Tribunale Antidoping. Alla base della positività ci sarebbe l’utilizzo di un integratore che il francese avrebbe comprato a Miami, dove ha casa, su indicazione di uno specialista amico di famiglia senza comunicarlo ai medici della Juventus: una leggerezza probabilmente doppia visto che sulla confezione di integratori ci sarebbe stata la scritta sui rischi del prodotto.

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Da 23 giorni il Polpo fa quindi vita a sé: si allena a casa, i contatti con i compagni di squadra sono soltanto al cellulare e non si è fatto vedere neppure in tribuna allo Stadium. Domani, nei laboratori dell’Acqua Acetosa di Roma, saranno effettuate le analisi sul campione B di urina: per avere l’esito occorrerà aspettare qualche giorno (l’ultimo caso, quello di Palomino dell’Atalanta, è stato risolto tra il 9 e il 12 agosto), ma non è che ci si aspetti di veder capovolto l’esito. Anzi, la casistica vede sempre confermato dalle contronalisi il primo risultato. Da quando si conoscerà l’esito Pogba avrà sette giorni di tempo per mandare le memorie difensive o chiedere di essere interrogato. In ogni caso, potrà fare l’uno e l’altro. La Procura antidoping invece avvierà la fase istruttoria con tre scenari possibile: l’archiviazione, con richiesta al Tribunale Nazionale Antidoping, il patteggiamento (con una proposta di squalifica inferiore alla pena massima di 4 anni) o il deferimento e processo sportivo davanti al Tribunale nazionale antidoping (in questo caso, si può ipotizzare una data per novembre).

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