Calciomercato, il forum degli agenti: «Juve, Pogba andrà via ma ci saranno tre colpi»

Pastorello: «A 100 milioni sarebbe immorale non venderlo». Di Campli: «Verratti? Non parte per un piatto di lenticchie». A Tuttosport abbiamo ospitato un forum con sette grandi procuratori. Ne è uscito un dibattito interessante e tante curiosità di mercato
TORINO - Il mercato non è finito lunedì alle 23. A Tuttosport si sono disputati i tempi supplementari ieri pomeriggio, quando sono venuti a trovarci sette grandi protagonisti della campagna acquisti invernale (e che per altro si preparano a incendiare quella estiva): Andrea D’Amico, Federico Pastorello, Donato Di Campli, Silvio Pagliari, Luca Pasqualin, Andrea Cattoli e Luigi Tirri hanno dato vita al nostro forum, interessante opportunità per un interessante dibattito che dai colpi che verranno è arrivato ai problemi del calcio.

Domanda secca: Pogba si deve vendere?
Pastorello: «Davanti a certe cifre è difficile trattenere le persone. Non è una questione economica, ma anche di prestigio, con l’opportunità di calcare palcoscenici più importanti. Tenere uno a forza è sbagliato... Cristiano Ronaldo è andato dal Manchester United al Real Madrid. E’ una questione di storia, momenti, periodi. E’ giusto rimanere finché si hanno motivazioni. Nel momento in cui cambi è per provare a te stesso di essere in grado di vincere altrove. La Juventus è nel campionato italiano, con mille problemi: è difficile dire no se ti fanno la proposta. Diventa immorale non vendere: il Milan prese tanti soldi da Ibrahimovic e Thiago Silva. Poi devi riallocare le entrate...».

Ipotizziamo: 100 milioni.
Pastorello: «Non si devono sparpagliare i soldi in troppe operazioni. Fossi la Juventus, prenderei tre uomini: un difensore, un centrocampista per sostituire Pogba e un grande attaccante».

Possibile un ritorno allo United?
Pastorello: «Là sono molto orgogliosi, il senso di appartenenza fa commettere errori. Per loro è un privilegio giocare nello United. Esiste anche al Barcellona, contratti corti: per la società stare da loro è una garanzia che non andrai via. Hanno visto che Pogba era insofferente, ma non potevano dargli garanzie di utilizzo. Quando si sono accorti di chi era, era troppo tardi, anche mandando Evra a parlargli: non credevano che lasciasse lo United per la Juventus. Pogba sta dimostrando che razza di giocatore è, ha personalità forte». Pagliari: «E ogni volta che gioca ingolosisce club come Real e United».

Come ricostruire la squadra se la serie A non ha più appeal?
D’Amico: «Se io sono tifoso della Juve, che appartiene da anni alla famiglia in senso lato più importante dell’imprenditoria italiana, non capisco perché si deve vendere uno come Pogba. Mi aspetto che prenda questi giocatori e, dando loro le giuste remunerazioni, li porti fino in fondo alla carriera. Come fece per Platini: l’Avvocato era suo dominus e lui è andato avanti. Ma il mercato non è solo più sportivo, è fatto di bilanci, che il tifoso fatica a comprendere: davanti a 100 milioni, uno è in vendita. Sono due prospettive che non possono andare d’accordo. Amministratore: soldi irrinunciabili. Tifoso: tenetelo».

E uno scambio comprendente Verratti?
Di Campli: «Sono sempre molto esplicito: Verratti non è merce di scambio a pari dignità, anche con uno come Pogba. Non si ragiona su un piatto di lenticchie, lui ha caratura europea e devi pagarlo: vale 50 milioni. Non sono dell’idea di venderlo, è il giocatore più importante che hanno. È inamovibile per i tifosi e per l’opinione pubblica. I francesi trovano sempre un difetto agli italiani che vanno all’estero, scoprono sempre qualcosa che non va. Marco in questo momento è invece un vanto per il Psg».

Il Psg dà però l’immagine della polveriera: tutti contro tutti.
Di Campli: «È una situazione edulcorata quella che esce fuori. Ci sono tante anime importanti, campioni con il loro carattere e il loro modo d’essere. Bisogna essere bravi a gestirli. Il Psg vuole vincere anche se è alle prese con il fairplay. Non può spendere più di 60 milioni a stagione, quest’anno l’ha fatto con David Luiz. Non può permettersi un grande mercato se non vende un pezzo importante, ma loro vogliono vincere».

Vedremo mai insieme Pogba e Verratti?
Di Campli: «C’è molta più possibilità di vederli insieme fuori dall’Italia, ma non so dove. Comunque ripeto: non siamo merce di scambio. Verratti ha sua identità, non deve essere associato a nessuno».

La serie A appare sempre più di retrovia se non sa tenere i campioni.
D’Amico: «Se io vado in Champions League e devo competere con chi ha la tassazione zero come il Bayern o al 13% come i russi, è come fare un gran premio con gomme da bagnato contro chi ha gomme da asciutto. Se gli italiani pagano il 50% di tasse, gli altri accedono a giocatori che io non posso permettermi».

Ma se in un film metti attori di secondo piano, meno gente andrà al cinema.
Pagliari: «Noi siamo stati i più bravi, il dramma è che ci sentiamo ancora così. Sul mercato invece non abbiamo più idee e coraggio. Se vendi Pogba e Cuadrado non puoi non rimpiazzarli dignitosamente. La Juve vendeva Zidane e andava avanti... Marotta sa che al 99% dà via Pogba, ci sono numeri e vanno rispettati. Devi venderlo e pentirti, però poi va rimpiazzato. I Van Basten e Gullit sono arrivati da semisconosciuti ma eravamo talmente bravi a lavorare sul campo che sono diventati quelli che erano. Oggi prendiamo scoppole in giro, non diamo spazio ai giovani, da noi non giocano. Possibile che al mercato di gennaio non ci sia stato uno di B meritevole di andare in A?».

Il problema sono i dirigenti?
Pagliari: «Da vent’anni a questa parte c’è stato un cambio generazionale di presidenti. Oggi si contano sulle dita di una mano i dirigenti che fanno i dirigenti e comandano. Ci sono tanti presidenti che fanno le cose in prima persona. La classe dirigenziale non è più all’altezza come vent’anni fa, perché è delegittimata dalle stesse proprietà. Noi procuratori non siamo il male, perché in molte situazioni abbiamo portato tanto. Sono delegittimati i dirigenti».

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