Il piano della Juve: blindare Morata

Marotta si muove per avviare l’operazione. E Allegri punterà molto sulle ripartenze dello spagnolo per sorprendere il Barcellona

TORINO - L’Operazione Morata Atto Secondo è partita. Un anno dopo, la Juve torna a pianificare nei dettagli una strategia attorno al giovane attaccante spagnolo. Se a cavallo tra la scorsa primavera e l’estate Marotta si era messo in moto per dare l’assalto al gioiellino del Real, a questo giro è ripartito alla carica per confezionare un altro colpo di mercato, ma sempre targato Alvaro: l’obiettivo è blindare, nei fatti, Morata, così da vanificare il diritto di riacquisto che possiedono i madrileni. E anche questo proposito appare tanto ambizioso quanto fondamentale, nell’ottica di disegnare un nuovo ciclo vincente per il futuro, sull’onda lunga del lascito contiano.

MAROTTA: «ALVARO E' IL NOSTRO FUTURO» -  «Morata rappresenta il nostro futuro», dichiarava pubblicamente proprio Marotta, d’altra parte, appena un mese fa: ennesima incoronazione dialettica di un attaccante che in questi mesi è progressivamente cresciuto, scalando il suo grattacielo. Da riserva di Llorente che era, in ritardo nella digestione degli schemi di Allegri e della tipologia del calcio italiano, Morata è riuscito a mettere a frutto appieno il valore delle sua cifra tecnica e la forza del lavoro a Vinovo, dapprima scalzando il connazionale nelle gerarchie, infine erigendo attorno a sé un piedistallo di cemento, sul quale campeggia la sua titolarità al fianco di Tevez. In particolare, ha fatto scalpore il suo decollo anche in Champions League, dunque su un piano internazionale decisamente meno inclinato verso una comoda discesa, rispetto al panorama del campionato italiano. Gol del 2 a 1 al Borussia nell’andata degli ottavi, allo Stadium. Gol del 2 a 0 nel ritorno in Germania. Gol dell’1 a 0 in casa, giust’appunto al suo Real, all’andata. Gol dell’1 a 1 al Bernabeu, anch’esso decisivo per la conquista della finale. In aggiunta: 10 reti, di cui 2 in Coppa Italia e 8 in campionato. Complessivamente, Morata ha raccolto 45 presenze in questa stagione. E in 7 casi i suoi 14 gol complessivi sono risultati decisivi per il risultato finale: per confezionare 5 vittorie e 2 pareggi. Ma questi dati numerici vanno inseriti in un contesto ben più ampio: Morata ha dimostrato di eccellere anche per la sua capacità di giocare a tutto campo, di dettare duetti e movimenti utili anche a Tevez. La rapidità nella corsa e nell’esecuzione si mescola con la qualità del controllo di palla, e si appoggia su una qual certa sfrontatezza giovanile che accompagna la sua personalità indubbiamente già marcata, a dispetto dell’età. Le potenzialità dell’attaccante si sono via via dispiegate nella qualità degli allenamenti a Vinovo e nell’incidenza del suo apporto in partita. «Con Alvaro mi intendo sempre meglio», spiegava Tevez alcuni mesi fa, battezzando nei fatti il nuovo socio nel tandem offensivo. Lo scatto di nervi, che ha prodotto 2 espulsioni contro la Roma in campionato e la Fiorentina in Coppa Italia, è uno dei suoi limiti, restando al carattere: «Lo so, in questo devo migliorare», ammetteva Morata tempo fa, non negando certe asperità del suo modo di vivere la contesa agonistica e certe debolezze nel non saper reggere sempre le altrui provocazioni. «Ma quando ero più giovane era persino più impulsivo», disse pure: quest’anno a Torino gli hanno già lavato più volte la testa, in merito. La Juve è, insomma, molto contenta di Morata: e non può essere altrimenti, visto che il ragazzo - soffiato a un Real che non ha creduto abbastanza in lui, a cominciare da Ancelotti - ha tradotto in realtà i progressi che il club bianconero, a livello sia di dirigenza sia di staff tecnico, accarezzava nelle migliori previsioni, un anno fa. L’investitura per eccellenza brillerà tra pochi giorni, data l’importanza della partita: a Berlino, quando Allegri gli consegnerà nuovamente una maglia da titolare al fianco di Tevez, affinché sorprenda la difesa del Barcellona a suon di ripartenze e di dribbling in velocità. E mentre l’allenatore è al lavoro per educarlo tatticamente alla finale, Marotta ha già fatto il suo, in questi giorni: facendo scattare, per l’appunto, l’Operazione Atto Secondo. E anche le mosse della società bianconera contribuiranno ad arricchire di soddisfazione lo stato d’animo dell’attaccante, di qui alla sfida con il Barcellona.

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