Vidal ora è...incedibile: ecco la strategia Juve

La Ferrari distrutta condiziona il suo futuro. E la Juve vede rallentare il mercato in uscita

TORINO - Alexis Sanchez («Ti sosterrò come sempre»), Gary Medel («Sarò con te ora più che mai») e Mauricio Pinilla («Forza fratello») hanno twittato il loro sostegno ad Arturo Vidal dopo l’ultima follia. La Juventus non ha “cinguettato” nulla, perché in fondo c’è poco da commentare. E in questo caso il discorso relativo ai precedenti del bizzoso cileno, in bianconero e pure in Nazionale, contano fino a un certo punto: importano, piuttosto, le prospettive in ballo, le aspettative del club e del giocatore, i desideri più o meno espliciti che, considerati gli ultimi accadimenti, possono subire una frenata inattesa, improvvisa, di cui francamente non si sentiva alcun bisogno.

GIA', LA SALUTE... - In corso Galileo Ferraris la notizia dell’incidente occorso a Vidal e alla moglie, con tanto di distruzione della Ferrari (uno dei gioielli di famiglia), è stata presa come si conveniva a un evento del genere. In seno alla società le scrivanie non si saranno sollevate da sole, però la rabbia è montata, mentre nel frattempo in Cile c’è chi era disposto a strapparsi le vesti pur di scongiurare l’esclusione del Guerriero dalla Copa America. I vertici bianconeri si sono accertati delle condizioni psicofisiche del centrocampista e della sua famiglia. Dopo aver ricevuto notizie più che confortanti, alla Juve hanno pensato ad altro, per esempio al fatto che dinanzi all’ennesima vidalata non c’è più da stupirsi: non è la prima volta che il sudamericano si va a cacciare in situazioni al limite. Come quando nell’ottobre 2013 tornò in ritardo di un giorno dal suo paese, saltò un paio di sedute e l’allora tecnico Antonio Conte lo costrinse a occupare un posto in panchina a Firenze. O come quando lo scorso ottobre litigò all’esterno di un locale torinese, evidentemente anche allora “su di giri”, e arrivò in ritardo all’allenamento di Vinovo. Massimiliano Allegri lo “sistemò” in panchina nella sfida scudetto JuveRoma. In entrambi i casi il cileno entrò nell’ultimo quarto d’ora, però la punizione fu bella tosta. Vidal aveva poi risposto ai critici: «Alla Juve il mio rapporto con tutti è buonissimo. Non sono mai stato multato». Sarà, intanto l’altra notte poteva andargli molto peggio, ma la sostanza è immutata: i “maligni” danno la colpa al carattere sudamericano del diretto interessato e ieri sui social i commenti in questo senso non sono mancati.

FUTURO IN BILICO - E’ errato, comunque, pensare all’adozione di provvedimenti in corso Galileo Ferraris: multe, sospensioni o chissà cos’altro. Nulla di tutto ciò. Soltanto un altro momento di riflessione, nelle segrete stanze torinese, con la previsione di inevitabili ricadute sul futuro (oltre alla considerazione del fatto che la grana attuale è a carico del Cile, non della Juve). Perché se Real Madrid e Arsenal, tramite i buoni consigli di Rafa Benitez e Arsene Wenger, hanno fatto il nome di Vidal alle rispettive società, se Pep Guardiola lo vedrebbe alla stragrande nel suo Bayern Monaco, l’immagine della Ferrari sbriciolata dallo scontro a una quarantina di chilometri da Santiago del Cile non potrà non sovrapporsi ai ragionamenti di mercato di simili top club europei. E il fatto che il sudamericano stesse disputando una Copa America al bacio, assicurando alla sua nazionale un quantitativo fors’anche eccessivo (rispetto alle previsioni) di gol e assist, aveva solleticato sia le fantasie di merengues, gunners e compagnia spendente, sia le strategie pianificate a tavolino dalla Juventus. Le lacrime di Vidal che ieri hanno fatto il giro del mondo significano tanto, per tutti: El Guerrero è il primo a sapere che, al di là dell’oceano, sono in ballo milionate di euro...

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