Calciomercato Juventus, l’assalto a Lavezzi: in pressing sul Psg

Marotta vuole stringere con i francesi. Nodo ingaggio

TORINO - Da settimane il nome di Ezequiel Lavezzi riecheggia ripetutamente tra la sede di corso Galileo Ferraris a Torino e il quartier generale di Vinovo. Gli addetti ai lavori lo indicavano già in estate quale sostituto ideale di Carlos Tevez, pur con peculiarità differenti. Ma il Pocho è rimasto a Parigi, bloccato in una “prigione d’oro” rappresentata dal multimilionario contratto. Un accordo però che va in scadenza a breve, tra qualche mese: già a febbraio sarà libero di accordarsi con un altro club per la prossima stagione. Ma la Juve - come anticipato nei giorni scorsi - ha fretta e non vorrebbe aspettare così tanto per dare a Max Allegri una così preziosa pedina in attacco. L’ad Beppe Marotta è in prima fila e si è già mosso da tempo allacciando i contatti con Alejandro Mazzoni, manager storico del Pocho. Si parte dal convincere il giocatore, dunque. Anche perché è fondamentale cominciare da tali basi, considerando la situazione contrattuale. Ma per liberare Lavezzi a gennaio è necessario che il Psg venga incontro ai bianconeri. Non che i francesi abbiano necessità di monetizzare, a maggior ragione dalla cessione di un giocatore che andrebbe a regime di svincolo e dal quale dunque non ricaverebbero nulla. Il nodo semmai è di natura tecnica: la squadra di Laurent Blanc punta a vincere tutto e, nell’ottica di possedere una rosa ampia e qualitativa, privarsi del Pocho - nonostante non sia un titolare inamovibile - significherebbe dover intervenire sul mercato per sostituirlo. Il pressing della Juve è cominciato: si tratta di un lavoro su due lati differenti, da una parte il Psg e dall’altra l’entourage del giocatore. L’idea è di garantirsi l’argentino subito, a gennaio, con l’esborso economico minore possibile (altrimenti sarà per l’estate, a parametro zero): si può fare. E non è da escludere a priori, anzi, il fatto che all’interno dei discorsi su Lavezzi il Psg torni a riparlare di un suo (e non solo suo) vecchio pallino come Paul Pogba. Ma si tratta di un altro discorso, di tutta un’altra partita.

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