Lotito: «Io primo in lotta ultras, Pallotta mi segue»

Il presidente della Lazio: «Cominciato 10 anni fa, via i delinquenti». Pioli: «
ROMA - «Pallotta ha ragione? Come Lotito ha ragione da 10 anni: io sono stato il primo a farlo è lui che segue me». Così il presidente della Lazio, Claudio Lotito, sulla dura presa di posizione del patron della Roma contro i tifosi giallorossi che hanno esposto gli striscioni contro la madre di Ciro Esposito. «È una domanda retorica - aggiunge il n.1 biancoceleste intervenendo al convegno 'Vivere lo stadio: una passione a rischio?'-. Io sono stato il primo. Da 10 anni combatto non i tifosi, perché è un termine improprio, non confondiamo i delinquenti da tifosi. La stragrande maggioranza delle persone sono per bene che vogliono tifare la loro squadra del cuore. Poi una sparuta minoranza di gente è additata impropriamente come tifosi, delinquenti abituali che usano il calcio come cassa di risonanza. Dobbiamo avere il coraggio - conclude - di fare una separazione netta tra delinquenti e le persone per bene che poi disertano gli stadi e subiscono». Durante il suo intervento Lotito ha ricevuto qualche 'buu'. A loro si è rivolta Marisa Grasso, vedova dell'ispettore Raciti: «queste urla un poco mi hanno scosso, il mio trauma non è dal colpo di pistola ma deriva dai giovani».

PIOLI SULLA VIOLENZA - "Dobbiamo decidere dove vogliamo arrivare e se c'è un limite che non possiamo superare: quello della legalità. Chi lo supera non merita di stare allo stadio con noi". Lo ha detto l'allenatore della Lazio, Stefano Pioli, intervenendo al convegno 'Vivere lo stadio: una passione a rischio?' tenutosi all'Università La Sapienza di Roma. "Noi genitori dobbiamo essere i primi a trasmettere i valori persi per strada - ha aggiunto - il calcio è gioia di stare insieme. Vedere genitori allo stadio con in mano il figlio provocare è una cosa molto triste. E noi addetti ai lavori non dobbiamo mai andare sopra le righe, possiamo essere un esempio. Noi per rispetto della nostra società e dei tifosi dobbiamo dare sempre il massimo, avere comportamenti di grande serietà e professionalità e uscire dallo stadio a testa alta". Per la sua Lazio il momento con la tifoseria è idilliaco. "Stiamo vivendo un momento importante e positivo - ha rilevato -. Domenica la situazione era bellissima. Tanta gente era felice e contenta, ma è chiaro che serve essere tifosi nel bene e nel male perché il calcio è fatto da prestazioni e momenti". Nella Capitale tifo è anche sinonimo di sfottò tra Roma e Lazio. "Gli sfottò fanno parte del tifo, entro un certo limite sono piacevoli e vanno vissuti con leggerezza - ha concluso Pioli, seduco accanto a Rudi Garcia -. Oggi abbiamo preso applausi e fischi, fa parte del gioco, ci sta. Ma questo non è uno stadio e gli applausi per tutti sarebbero meglio".

E GARCIA - "Dobbiamo fare di tutto per lottare contro questi atteggiamenti che si verificano allo stadio prima, dopo e durante le partite. Mi auguro che in futuro si possano vedere due tifoserie, anche della stessa città, andare allo stadio in totale pace e rispetto del calcio". Lo ha dichiarato il tecnico della Roma, Rudi Garcia "In un momento in cui la vita è già abbastanza dura per tutti, la gente deve poter sognare e vedere un bello spettacolo e uscire così dai problemi del quotidiano" ha aggiunto l'allenatore francese, prima però di far notare una particolarità tutta italiana: "Al mio arrivo sono rimasto sorpreso di vedere che per fare un biglietto bisogna registrarsi dando nome, cognome, data e luogo di nascita. In Francia tutto questo non c'è, e allora mi chiedo: a che serve questa cosa se non siamo in grado attraverso le immagini di sorveglianza di beccare uno che fa casino, di metterlo fuori e di vietargli lo stadio per tutta la vita?"

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...