Lazio, con il mercato azzerato è sprofondo abbonamenti

I tifosi bianconcelesti scontenti per le manovre del presidente Lotito
Lazio, con il mercato azzerato è sprofondo abbonamenti

TORINO - La Lazio, dopo un anno di assenza, è tornata in Europa League. I supporters biancocelesti, naturalmente, si aspettavano gli investimenti necessari per allestire una rosa capace di competere su 3 fronti: campionato, Coppa Italia e, appunto, quello europeo, soprattutto in previsione delle inevitabili cessioni di almeno due (Biglia e Keita) dei top player in organico. Ad un mese dal termine del calciomercato facciamo due conti ed analizziamola questa campagna acquisti. Finora sono stati ceduti Berisha (5 milioni dall'Atalanta), Cataldi (2 milioni dal Benevento) e Biglia (20 milioni dal Milan), per un totale di 27 milioni incassati. Un bel gruzzolo, che andrebbe a sommarsi agli introiti previsti per l'approdo in Europa League e a quelli ricavati dalla sponsorizzazione della Seleco, dopo un decennio di maglie pulite. Ebbene, cosa hanno fatto Lotito e Tare con questi soldi? Poco, anzi, pochissimi. Hanno acquistato Marusic (6,5 milioni), Leiva (5,5 milioni), Caicedo (2,5 milioni) e Di Gennaro a parametro zero, per un totale di 14,5 milioni spesi. Risultato? Un attivo di 12,5 milioni. Certo, i bilanci della società saranno pure sanissimi, ma la certezza di una rosa inadeguata a sostenere il peso delle 3 competizioni e l'alta probabilità di vivere una stagione nel più oscuro anonimato, hanno raffreddato l'entusiasmo dei laziali, che come prima reazione hanno disertato la campagna abbonamenti, che era pure partita bene, perché furbescamente aperta già nel finale dello scorso campionato cavalcando gli entusiasmi, e ora inchiodata da circa un mese intorno a quota 8.000 tessere, senza il minimo accenno di ripartenza. Ovvio, vista la pochezza degli acquisti effettuati e l'assoluta mancanza di prospettive per l'immediato futuro, se non quella di continuare a perdere i pezzi, e per di più quelli migliori: Keita e de Vrij. L'obbiettivo, dicono in società, è quello, magro ma realistico, di raggiungere almeno la doppia cifra: 10.000 abbonati andrebbero bene. Ben poca cosa rispetto al record storico di 42.000 tessere vendute.

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