Il Comitato Consumatori Lazio risponde a Nicchi

«La classe arbitrale non ha alcuna forma di immunità e deve sottostare alla giustizia ordinaria»
Il Comitato Consumatori Lazio risponde a Nicchi© /Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

ROMA - Il presidente dell'Associazione arbitri, Nicchi, è sbottato lamentando il clima di tensione e gli attacchi agli arbitri provenienti dai tifosi, in particolare quelli della Lazio, sconvolto che qualcuno abbia osato portare degli arbitri addirittura in tribunale. Ovviamente le dichiarazioni di Nicchi hanno scatenato le reazioni sia da parte della Lazio, che ha risposto con il ds Tare, sia da parte dei tifosi laziali. Un passaggio in particolare non è andato giù al Comitato Consumatori Lazio che si è sentito chiamare in causa quando Nicchi, che evidentemente si è sfogato senza prima essersi adeguatamente informato, ha detto: «L'arbitro Di Bello, che ha arbitrato benissimo Milan-Inter, dovrà comparire in tribunale davanti al Giudice di Pace. Per non aver dato un calcio di rigore e' stato convocato dall'associazione dei consumatori: questa è una cosa gravissima».

La risposta non ha tardato ad arrivare attraverso un comunicato ufficiale redatto dall'Avv. Gian Luca Mignogna, presidente del Comitato, che «ha preso atto con estremo stupore delle dichiarazioni rese dal Presidente dell'AIA, Marcello Nicchi, ritenendo di doverne contestare con estrema fermezza tutti i relativi contenuti». Per prima cosa il Comitato non comprende «come il Sig. Nicchi, che nella sua qualità di legale rappresentante della classe arbitrale è il destinatario di tutti gli atti giudiziari rimessi alla categoria, abbia potuto pubblicamente confondere quanto notificato all'AIA per conto dei tifosi/consumatori laziali con altri atti individuali che, viceversa, hanno convenuto singolarmente in giudizio i Sig.ri Giacomelli e Di Bello».

In secondo luogo il Comitato ricorda a Nicchi che «la classe arbitrale, al di fuori del perimetro della giustizia sportiva, deve sottostare come qualsiasi altro cittadino e/o soggetto giuridico ai disposti della giustizia ordinaria, la quale, in base all'ordinamento vigente, non attribuisce alcuna forma di immunità alla classe arbitrale medesima».

Inoltre L'Avv. Mignogna sottolinea che se l'AIA «sarà chiamata a rispondere del proprio operato innanzi al Tribunale Civile di Roma, ciò sarà dipeso solo e soltanto dal mancato riscontro all'Atto di Significazione e Diffida che il Comitato Consumatori Lazio le ha regolarmente notificato secondo quanto previsto dall'attuale Codice del Consumo» e che la classe arbitrale, in quanto mera erogatrice di servizi dovrebbe pensare solo «scrupolosamente ed esclusivamente attenere ai propri compiti istituzionali e ad un ossequioso rispetto delle regole, senza sconfinare in giudizi negativi verso manifestazioni e/o azioni intraprese dalla tifoseria laziale, la quale ha quale propria unica "colpa" esclusivamente quella di aver dovuto riscontrare una reiterata ed illegittima applicazione del Protocollo VAR, a danno della S.S. Lazio Spa e degli interessi sportivi e commerciali della tifoseria laziale medesima».

Infine il Comitato non manca di esprimere tutta la solidarietà nei confronti degli arbitri «ai quali sembrerebbero esser state destinate "buste contenenti pallottole", laddove, naturalmente, tali gesti risulteranno effettivamente circostanziati e confermati dalla Procura della Repubblica di Roma».

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