Serie A Milan, Seedorf in conferenza stampa

La prima conferenza stampa da allenatore a Milanello per il nuovo tecnico olandese
CARNAGO - Tanti giornalisti così (con annesse ben venti telecamere!), a Milanello non si vedevano neanche quando il Milan si giocava le semifinali di Champions a San Siro. Stavolta di scena ci sarà il Verona in campionato, ma il doppio effetto legato alla prima conferenza stampa di Clarence Seedorf con l’onda lunga creata dallo sbarco di Keisuke Honda sul pianeta rossonero, ha generato un ingorgo che neanche sulla Tangenziale all’ora di punta. «Sono felice di essere tornato a casa, perché qui mi sento a casa - le prime parole di Seedorf - Voglio trasmettere entusiasmo e allegria: siamo fortunati a vivere questo lavoro quasi come un hobby e per questo la squadra deve ritrovare gioia di giocare a calcio. Nei momenti difficili bisogna capire come risolvere i problemi senza mai perdere di vista le proprie qualità e il Milan non ha espresso in punti conquistati il proprio valore. Non ci sono dubbi che la situazione tornerà come quella di una volta. Vogliamo giocare bene a calcio, convincere e far divertire la gente. È più facile vincere e fare risultato quando si gioca bene: ho visto tante partite del Milan e la squadra merita più punti di quanti ne ha ora. La classifica è una brutta bestia, ma prima bisogna ritrovare un certo tipo di spirito. Ho trovato un gruppo unito che deve ritrovare allegria e gioia di giocare a calcio, così le gambe sono più leggere e la mente più libera».

L’APPELLO AI TIFOSI Inevitabile, l’appello al popolo di San Siro. «Avremo bisogno di tempo, del supporto e dell’appoggio dei tifosi, che dovranno essere quel 12° uomo che ho conosciuto nella mia carriera. Sono convinto che ci daranno quella energia di cui la squadra ha bisogno. Ho visto negli occhi della gente felicità, gioia energia al mio ritorno e questo mi ha dato una carica ulteriore. Ora vanno affrontate le cose con un certo equilibrio perché ci sono cose ben più serie nella vita. Faremo di tutto per aiutare i tifosi e anche l’Italia perché bisogna rivedere un Milan come si deve. Sono felicissimo di ricostruire una nuova carriera in un posto dove ho vissuto tanti bei momenti. Io devo dimostrare tutto, mi sento pronto alla sfida ma sarà il lavoro e i risultati che possono certificare il fatto che io questa sfida la devo superare. Mi sento pronto per questa sfida: è una sfida e a me piacciono le sfide. Non c’è niente più bello di cominciare una nuova carriera dal massimo che c’è, da sempre mi sono preparato mentalmente sul cosa fare dopo e non bisogna andare in depressione se si lascia il calcio: in Brasile ho lasciato un segno importante e mi sentivo pronto per accettare una nuova sfida. L’ho fatto anche per senso del dovere perché questa squadra mi ha dato tantissimo e quando mi hanno chiamato, ho risposto presente. Giocherò ancora, comunque, ma senza fare chilometri di preparazione. Nel calcio ho fatto quello che dovevo fare, ora sono pronto a dare molto anche da allenatore».

«GIOCHERÒ COL 4-2-3-1» L’argomento passa al cambio di sistema di gioco: con Seedorf si passerà al 4-2-3-1: «Questa squadra ha giocato in vari modi, io giocherò in quel modo perché vorrei sfruttare le grandi qualità che abbiamo davanti e sviluppare un gioco ancora più offensivo. E perché le ultime partite negli ultimi anni le abbiamo fatto quando siamo riusciti a stare nella metà campo avversaria. Io credo molto nella filosofia di gioco, che è molto più importante del sistema di gioco. C’è grandissima voglia di uscire da questa situazione, i ruoli sono etichette, oggi sono l’allenatore ma noi siamo tutti esseri umani. Mi fa piacere anche che i fotografi mi massacrino da tre giorni. Balotelli? Mario è un ragazzo molto dolce, già lo conoscevo e sapevo delle sue qualità: sono qui per aiutarlo a crescere. Noi proveremo ad arrivare con tanti giocatori nell’area avversaria, vogliamo essere offensivi: questa è la mia visione di gioco». Un capitolo a se stante è legato al rapporto con Berlusconi: «Un uomo che ha fatto tantissimo per il calcio italiano e mondiale». Seedorf è anche il primo allenatore di colore del nostro calcio: «Il Milan sta dimostrando di essere un club coraggioso e le azioni parlano sempre più forte delle parole».

SERVE... L’ANTIVIRUS Nel Milan, Seedorf avrà ai suoi ordini Kakà: «Ritrovo un amico, so che posso contare su di lui come persona, mentre come giocatore è straordinario: dopo anni difficili ha fatto rivedere il suo valore, sarà un punto di riferimento per tutti come comportamento, professionalità e valori che trasmette agli altri. Mi aiuterà ad andare nella direzione in cui voglio andare. In tanti sono andati, è rimasto un buco e bisogna ricostruire quei valori che hanno sempre contraddistinto questo club. C’era un virus, ma l’antivirus sta arrivando. Lo scetticismo di certi allenatori? Sono frasi fatte, nella vita serve coraggio e nella vita chi ne ha meno, può vederla in un certo modo. Van Basten? Non ha detto a di particolare, spero che possa venire a trovarci perché questo gruppo deve conoscere la storia di questa società che ha fatto tanto nel calcio mondiale. Non ho niente sulle opinioni degli altri, se hanno dubbi, giusto che li esprimano. Dovete dirmi una cosa... Quanti hanno iniziato a lavorare con esperienza? Il Milan ancora una volta ha dimostrato coraggio». Postilla sul Verona, avversario nella notte del debutto: «Squadra da rispettare, sappiamo che hanno in Toni uno che la butta dentro, hanno entusiasmo e vanno rispettati come tutti. Parleremo principalmente di quello che vogliamo fare noi, gli altri devono sentire il peso di incontrare il Milan a casa sua. È una questione di mentalità».

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