Milan, è tutto un grande mistero

Mentre tutte le altre big stanno già programmando con grande determinazione le strategie per la prossima stagione, i rossoneri si incartano nei loro dubbi e nelle loro incertezze. E per una società che, dopo le delusioni in corso, dovrebbe progettare la ricostruzione, appare come una specie di falsa partenza
MILANO - Mentre tutte le altre big stanno già programmando con grande determinazione le strategie per la prossima stagione, il Milan si incarta nei suoi dubbi e nelle sue incertezze. E per una società che, dopo le delusioni in corso, dovrebbe progettare la ricostruzione, appare come una specie di falsa partenza. D’altronde, se si vuole operare con costrutto, ci vogliono coesione, unità di intenti e idee chiare. Tutto quello che sembra mancare nel Milan di oggi: un club che vive a stretto contatto con le sue contraddizioni.

LA SOCIETA’
Anche se è diventata operativa la divisione dei poteri tra Barbara Berlusconi (area commerciale) e Adriano Galliani (area sportiva), è evidente che la società possa funzionare solo se i due hanno idee comuni. Altrimenti, anche un acquisto o una cessione, che pure dovrebbe far parte a pieno diritto dell’aspetto sportivo, finisce a scontrarsi contro le regole economiche. Non risulta che a Galliani sia stato dato un budget operativo. E risulta invece che il modo di operare, sul mercato, da parte di Galliani abbia raccolto e continui a raccogliere più d’una critica.

VUOTO A PERDERE Oltre a tutto, non c’è stata alcuna modifica a livello organizzativo. Se ne è andato Braida, ma sui nomi che sono circolati per la sostituzione, evidentemente non si è trovato accordo. Così Galliani è sempre più solo e della rete di osservatori espressamente richiesta da Barbara non c’è traccia. Questo potrebbe essere il primo tema sul quale l’armistizio tra i due rischia di implodere. Di sicuro è difficile ipotizzare colpi “giovani ed economici”.

LA PANCHINA Peraltro, individuare una serie di acquisti o di cessioni senza che ancora si sappia chi sarà il tecnico della prossima stagione non sarebbe il modo migliore per impostare la squadra. Scontato il fatto che i giocatori richiesti, eventualmente, da Seedorf sarebbero diametralmente opposti a quelli che potrebbe volere Inzaghi, tanto per citare i due candidati principali alla prossima panchina rossonera. Quello dell’allenatore dovrebbe però essere anche il primo nodo da sciogliere: alla luce della due prossime partite, è auspicabile che la società finalmente si esponga in maniera definitiva.Leggi l'articolo completo su

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