Domenica surreale: Inzaghi-Milan, lunga agonia

L’allenatore ha atteso invano di conoscere il proprio destino: Brocchi pronto a subentrare. Fino alle 20.07, ora in cui la società ha annunciato che non sarebbe successo nulla, si sono susseguite le voci più diverse
MILANO - Decisione rimandata. Alle 20.07 di ieri sera, con una comunicazione circolare, il Milan ha fatto sapere che non ci sarebbe stato nessun vertice ad Arcore tra Silvio Berlusconi e Adriano Galliani per discutere della posizione di Filippo Inzaghi che, nonostante tutto, rimane in bilico. Il rinvio della scelta può avere varie interpretazioni, soprattutto a livello temporale visto che, nel messaggio fatto filtrare dalla società, veniva specificato il fatto che la scelta non sarebbe stata presa nella giornata di ieri. I dubbi, però, rimangono e non fanno altro che aumentare l'attesa del popolo rossonero, diviso tra chi vorrebbe subito l'esonero di Inzaghi e chi, invece, indica nella società la colpevole principale dell'attuale andamento della squadra e, di conseguenza, dell'operato dell'allenatore piacentino.

Alta tensione - Dopo il pareggio con il Verona, Inzaghi non avrà certamente dormito sonni tranquilli in quanto mai, come in questi giorni, il suo destino sulla panchina rossonera è stato così in bilico. La sua domenica, dunque, non è stata certamente serena visto che, fin dalla mattina, sono iniziati i contatti telefonici con Galliani e con alcuni membri del suo staff. Pippo, poi, ha pranzato in un ristorante di via Ravizza, nel pieno centro di Milano, in compagnia di un suo collaboratore. Chi ha incrociato il suo sguardo, riferisce di un Inzaghi molto teso, scuro e scavato in volto e con gli occhi costantemente puntati sul display del telefonino in attesa di risposte confortanti. Lui, che ama il Milan alla follia, è ancora fermamente convinto di poter risollevare le sorti della squadra la quale, però, sembra non essere in grado di trovare un rimedio alla crisi di gioco e di risultati nella quale è piombata dall'inizio del 2015. In serata, Inzaghi ha potuto tirare un sospiro di sollievo quando ha capito che la decisione sul suo esonero non sarebbe stata presa. Ma il livello di guardia rimane comunque alto e nessuno, nemmeno i membri del suo staff, possono stare tranquilli visto che nelle analisi fatte dalla dirigenza è rientrato anche l'operato di alcuni di essi. Tuttavia, la posizione di standby, potrebbe aver tolto potere alla figura di Inzaghi dentro lo spogliatoio.

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