MILANO - Dopo 15 gol, seppur la metà su calcio di rigore, sarà difficile per il Milan del futuro fare a meno di Jeremy Menez. Il francese ha impressionato in questa stagione: alzi la mano chi avrebbe scommesso la scorsa estate su un rendimento sotto porta del genere? Pochi, forse nessuno. Fra i tanti flop a parametro zero, Menez si è eretto a vero colpo del mercato estivo del Milan insieme a Giacomo Bonaventura. Ma mentre il buon Jack si è reso protagonista di una stagione da "mister duttilità", Menez ha preso per mano la squadra guidandola attraverso le montagne russe del campionato. Ma questo affidarsi all'anarchia di Menez non ha fatto altro che rendere la macchina di Inzaghi una squadra troppo dipendente dalle lune dello scostante numero 7. E Menez, col suo tipo di calcio, oltre che rendere complicato un vero gioco di squadra, ha finito per "bocciare" sul campo i vari centravanti che Inzaghi, su pressione anche del presidente Berlusconi, ha dovuto inserire in avanti, da Torres a Pazzini arrivando fino a Destro. E il prossimo problema è dietro l'angolo perché logicamente il Milan dovrà ripartire dal suo giocatore migliore di questa annata, ma per il futuro allenatore non sarà semplice trovargli una collocazione.
Chi lo guiderà? - Già, perché a meno di clamorosissime sorprese il club rossonero fra due mesi ringrazierà Filippo Inzaghi e lo sostituirà con un nuovo tecnico. Difficile, se non impossibile, indicare oggi l'erede di Inzaghi. Le voci sui papabili si susseguono di giorno in giorno, ogni settimana cambia la classifica di gradimento: i sogni Guardiola, Conte, Ancelotti e Klopp, i top Montella, Spalletti, Sabella, Ventura ed Emery, gli emergenti Mihajlovic, Sarri e Di Francesco. Chi più ne ha, più ne metta. La realtà è che finché Berlusconi non ufficializzerà la cessione delle quote di minoranza e, di conseguenza, l'ingresso di un nuovo socio, difficilmente si potrà puntare con fermezza su un profilo preciso. Di sicuro, chiunque sarà scelto, non avrà vita facile con Menez.
Leggi l'articolo completo su
© RIPRODUZIONE RISERVATAChi lo guiderà? - Già, perché a meno di clamorosissime sorprese il club rossonero fra due mesi ringrazierà Filippo Inzaghi e lo sostituirà con un nuovo tecnico. Difficile, se non impossibile, indicare oggi l'erede di Inzaghi. Le voci sui papabili si susseguono di giorno in giorno, ogni settimana cambia la classifica di gradimento: i sogni Guardiola, Conte, Ancelotti e Klopp, i top Montella, Spalletti, Sabella, Ventura ed Emery, gli emergenti Mihajlovic, Sarri e Di Francesco. Chi più ne ha, più ne metta. La realtà è che finché Berlusconi non ufficializzerà la cessione delle quote di minoranza e, di conseguenza, l'ingresso di un nuovo socio, difficilmente si potrà puntare con fermezza su un profilo preciso. Di sicuro, chiunque sarà scelto, non avrà vita facile con Menez.
Leggi l'articolo completo su
Loading...