Mihajlovic, tre mosse per salvare il posto

L’allenatore del Milan per rilanciare la squadra punterà sugli uomini di personalità: oltre al francese, verrà valorizzato De Jong
Mihajlovic, tre mosse per salvare il posto© ANSA

MILANO - Come riprendersi il Milan? Sinisa Mihajlovic ci pensa da giorni e non aveva bisogno del faccia a faccia con Adriano Galliani di ieri per rendersi conto della situazione: «Lavoriamo tanto, probabilmente dobbiamo lavorare di più», ha spiegato il tecnico serbo domenica notte dopo la debacle col Napoli. Forse, più che sulla quantità del lavoro, Mihajlovic dovrà lavorare sulla qualità, sulla testa dei giocatori, su un sistema di gioco che riesca ad esaltare le doti dei giocatori a disposizione perché finora il 4-3-1-2 ha raramente convinto e per capirlo basta andare a vedere il rendimento di chi ha giocato da trequartista. Mihajlovic ha una decina di giorni per rialzare il Milan e presentarsi a Torino contro Ventura con una squadra che sappia reagire dopo le sberle di Insigne. Deve farlo, perché un'altra sconfitta potrebbe definitivamente compromettere il suo percorso a Milanello, così come la società si aspetta poi 6 punti nelle partite con Sassuolo e Chievo a San Siro fra il 25 e il 28 ottobre.

MAGGIORE PROTEZIONE - Il sistema di gioco, dunque, potrebbe essere uno dei primi punti su cui andare a incidere. Purtroppo senza 12 nazionali Mihajlovic potrà lavorare sulla tattica solo con i presenti. In molti hanno ipotizzato il passaggio al 4-4-2 per favorire la coesistenza a centrocampo fra Montolivo (o Bertolacci) e De Jong, schierandoli in posizioni a loro più congeniali. Così Bonaventura si troverebbe nel suo ruolo naturale di ala sinistra; mentre a destra si potrebbe adattare Kucka, che al Genoa con Gasperini ha ricoperto ogni ruolo, ma anche lo stesso Honda che da esterno destro ha giocato forse le sue migliori partite con Inzaghi in panchina. Fra le ipotesi anche il tridente, per schierare tutti insieme Bacca, Luiz Adriano e Balotelli, ma questo Milan, che fatica a tenere il ritmo degli avversari e si espone in fase difensiva, non può concedersi il lusso di tenere tre attaccanti contemporaneamente in campo. Dopo aver subito 13 gol in 7 gare (seconda peggiore difesa della serie A), Mihajlovic deve ora trovare l’equilibrio e dare alla difesa la giusta copertura. A proposito di Balotelli: Bacca e Luiz Adriano hanno illuminato in estate, ma adesso non brillano. Supermario quando ha giocato da titolare con Udinese e Genoa, ha sì faticato a duettare con il partner d’attacco, ma ha dimostrato di essere un’arma in più. Un Balotelli riportato a lucido fisicamente (e il problema all’inguine non aiuta) e integrato nello scacchiere rossonero, potrebbe rivelarsi la soluzione vincente, come accadde nella seconda metà del ‘12- 13, quando con i suoi 12 gol in 13 partite trascinò la squadra di Allegri al terzo posto. Balotelli in attacco, De Jong a centrocampo e Mexes in difesa. Il Milan ha bisogno di gente di personalità per scacciare i fantasmi e mostrare l’orgoglio ferito. De Jong ha trovato poco spazio dopo il rilancio di Montolivo o l’ha fatto da mezzala: risultato? Milan con un regista, ma difesa meno protetta. Col 4-4-2 l’olandese giocherebbe nel suo ruolo, ma se si andasse avanti col rombo, allora potrebbe tornare lui davanti alla difesa con Montolivo mezzala. E poi Mexes: Ely si è dimostrato acerbo, Zapata inaffidabile e Alex il lontano parente del centrale ammirato con Psv, Chelsea e Psg. Con Mexes, un leader, potrebbe spiccare il volo anche Romagnoli. Dopo gli esperimenti, Mihajlovic deve ora puntare sulle - poche - certezze di cui dispone.

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