Milan, Fassone: «Se non andiamo in Champions forse dovremo vendere un top player»

L'amministratore delegato rossonero ha spiegato al «The Observer» la situazione finanziaria del club: «Lavoriamo per restituire il prestito a Elliott entro l’inizio del 2018»
Milan, Fassone: «Se non andiamo in Champions forse dovremo vendere un top player»© www.imagephotoagency.it

ROMA - L'estate pirotecnica sul fronte degli acquisti del Milan ha fatto rumore in tutta Europa. I rossoneri sono tornati a essere attori protagonisti del mercato e stanno attirando l'attenzione dei media più importanti. Nell'edizione odierna del «The Observer», il domenicale del «The Guardian», c'è un'intervista molto approfondita a Marco Fassone che puntualizza ancora una volta la situazione finanziaria del club dopo l'avvento dei cinesi. «Stiamo già lavorando per rimborsare il prestito ad Elliott e lo faremo molto presto, possibilmente all’inizio del 2018 - ha spiegato l'amministratore delegato rossonero -. Il tasso di interesse che il Milan sta pagando sui 120 milioni è alto, ovviamente, ma non è terribile. Se considerate che il tasso del debito contratto da Inter e Roma con Goldman Sachs, quando questa le finanziava, era di circa il 6,5%, certamente questo è più alto ma niente di terribile. Per i cinesi, vedere interessi sui prestiti in doppia cifra, è una cosa completamente normale.

IL RUOLO DI ELLIOTT - «Nella peggiore delle ipotesi, e lo dico perché molti tifosi ed investitori me lo chiedono di continuo, vorrebbe dire che ad ottobre 2018 il proprietario del Milan diventerebbe Elliott - continua Fassone -. Questo è lo scenario peggiore ma, solo per rassicurarvi, il futuro del club non è avvolto nella nebbia. Al 99% andremo avanti con Yonghong Li e speriamo che il nostro progetto abbia successo. Nel caso peggiore, state tranquilli, perché quelli Elliott non sono disperati. E' uno dei fondi di investimento più grandi al fondo, che potrebbe tenere il club o rivenderlo. Avrebbero pagato appena 300 milioni, un prezzo bassissimo, e potrebbero fare un affare, il che è il loro lavoro».

PIANO A E PIANO B - Fassone racconta le perplessità  che ha avuto quando gli hanno proposto l'incarico al Milan: «Sono entrato nel progetto con qualche dubbio all’inizio perché volevo capire esattamente quale fosse la visione dei cinesi e perché volevano investire così tanto. E’ stato importante per me, come europeo, capire la visione che gli imprenditori cinesi possono avere dietro un loro sogno. Mese dopo mese, lavorando con loro, ho cominciato a capire la loro visione: è un progetto molto entusiasmante. Come potete immaginare, ho un piano A ed un piano B. Ho presentato alla UEFA un piano più ‘conservativo’, che mostra i progressi anche se il club resterà fuori dalla Champions League per la prossima stagione. In quel caso, l'investimento nel mercato non potrà essere elevato, e dovremmo considerare l’ipotesi di vendere uno dei nostri top player. Io e gli investitori vogliamo arrivare in Champions League, ma dobbiamo essere preparati nel caso non succeda ed assicurarci di fare in modo che il Milan sia al sicuro». 

GLI ACQUISTI - Il Milan è sicuro di non aver compiuto nessun azzardo nel spendere così tanto in questa finestra di mercato: «Alla fine è stata una nostra decisione comprare così tanti giocatori sul mercato: avremmo potuto decidere di firmarne due o tre quest’anno ed altrettanti l’anno prossimo, il che, probabilmente, sarebbe stato anche più facile come chimica di squadra, ma io ed il direttore sportivo abbiamo optato di fare una grande rivoluzione quest’anno. Sappiamo che potrebbe volerci un anno per integrare tutti i giocatori, ma così facendo l’anno prossimo saremo nella posizione di poter fare solo due o forse tre acquisti per essere al top. E’ un rischio calcolato».

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