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MILANO - Senza più l’alibi del tecnico incapace di valorizzare i giocatori acquistati nel sontuoso mercato estivo, ridicolizzato persino dal Benevento, messo alla berlina in tutto il mondo con il gol di Brignoli diventato lo spot perfetto per una prima parte di stagione da dimenticare, il Milan si sarà finalmente accorto di aver toccato il fondo? Sembrerebbe una domanda pleonastica, ma con la particolare proprietà che detiene il club è invece il fulcro di tutto: avranno capito in Cina in che caos è finita la società che hanno comprato, decidendo contestualmente di darla in gestione? I tifosi, almeno quelli, si stanno rendendo conto di aver preso lucciole per lanterne. Hanno riarrolotato da tempo lo striscione di agosto (“Mirabelli e Fassone gli acquisti più importanti della stagione”) e sotto sotto se ne saranno anche vergognati. Ai primi fischi di contestazione, dopo il match con il Torino, la società ha dato loro in pasto Vincenzo Montella, esonerandolo al termine di una partita giocata meglio di tante altre. Ma adesso non c’è più nulla da offrire. Al massimo dovrebbe intervenire la proprietà: qualcuno ne ha notizia?
SILENZIO ASSORDANTE - Serve un ossimoro per spiegare la paradossale situazione di un padrone completamente assente. E saremmo curiosi di ascoltare, almeno una volta, le frequentissime conversazioni tra Fassone e Yonghong Li, che non conosce nemmeno l’inglese. O ancora quello che Yonghong Li avrà detto l’altro giorno, ammesso che abbia saputo del pareggio di Benevento e del gol di un portiere al 95’? Chissà se si sta rendendo conto di quanto ridicolo si sta coprendo la società per la quale ha sborsato, si fa per dire, 740 milioni di euro. E se, ovviamente, si starà anche facendo due conti di quello che gli costerà il flop che a questo punto appare sempre più probabile. [...]
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