© Massimiliano Vitez/Ag. Aldo Liverani
Il Milan cinese compie un anno. Ieri il presidente Yonghong Li ha inviato una lettera al sito ufficiale del club per raccontare questi suoi primi dodici mesi in rossonero, 365 giorni in cui le problematiche legate agli aspetti economici sono state periodiche e hanno condizionato il lavoro di chi gestisce la società in Italia. In primis Marco Fassone che da mesi fa la spola fra Milano e Londra per incontrare istituti bancari - da fine 2017 l’interlocutore principale è la banca d’affari BOFA Merrill Lynch - che aiutino il Milan a trovare soggetti disposti a rifinanziare il debito che il club e il suo proprietario hanno contratto con il fondo statunitense Elliott che nell’aprile 2017 prestò 303 milioni (370-380 con gli interessi) da restituire entro ottobre 2018. Come noto la questione relativa al prestito al Milan (123 milioni) è di semplice risoluzione, il problema, semmai, è trovare chi si accolli anche la somma in quota al presidente (180).
Ed è questo lo scoglio che sta maggiormente rallentando il processo a cui sta lavorando Fassone che nelle dichiarazioni degli scorsi mesi aveva fatto filtrare come fine aprile-inizio maggio fosse un periodo buono per chiudere la questione. Gli eventi delle ultime settimane, però, hanno portato a un nuovo slittamento e adesso il Milan spera di chiudere la vicenda a inizio estate, fra giugno e luglio, anche se, va detto, il termine ultimo rimane ovviamente ottobre (nel frattempo Yonghong Li sta cercando anche degli investitori come possibili soci di minoranza). E’ chiaro, però, che questo rinvio possa creare delle complicazione fra una settimana, quando una delegazione rossonera andrà a Nyon per parlare con il Financial Body della Uefa per quanto concerne il Fair Play Finanziario.
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