Il Diavolo e gli Gnomi

L'editoriale del Direttore di Tuttosport
Il Diavolo e gli Gnomi© www.imagephotoagency.it

Due ore zeppe di numeri, bilanci, documenti comprovanti le azioni intraprese per il risanamento del pesantissimo passivo ereditato dalla gestione berlusconiana, prima causa delle ambasce attuali. Anziché mandarli al Diavolo, non hanno lesinato sforzi Marco Fassone e la delegazione rossonera per convincere gli Gnomi di Nyon. Sono, questi, gli arcigni custodi del fair play finanziario Uefa che, è notorio, viaggia a diverse velocità. Se ti chiami Psg e compri Neymar e Mbappé per 400 milioni, vai sereno e, al massimo, te la cavi con l’obbligo di vendere per 60 milioni; se, invece, investi un miliardo per il Milan, ti possono anche buttare fuori dalll’Europa per un anno. Perché qui sta il punto, aspettando il verdetto che dovrà essere ribaltato dal Tas di Losanna, se esiste una giustizia. In 14 mesi, incurante di fango e pregiudizi, il Milan cinese ha rifondato la squadra che negli ultimi 5 anni berlusconiani aveva vinto solo una Supercoppa, aveva cambiato cinque allenatori nei 30 mesi precedenti l’arrivo di Montella. Il Milan cinese è diventato la quarta squadra d’Europa quanto ad età media più bassa; ha ridotto il monte ingaggi; ha investito sulle strutture di Milanello; ha visto il proprietario onorare tutti gli aumenti di capitale. Ma questo sembra non bastare agli Gnomi che, come sapete, la leggenda vuole vivano nei caveau e si nutrano di lingotti d’oro. Essi pretendevano che Yonghong Li rifinanziasse già in dicembre il debito di 373 milioni (non 373 mila), contratto con Elliott, in scadenza fra quattro mesi e non fra quattro giorni. Anche se Elliott, alla bisogna, è pronto a subentrare al signore cinese. Anche se Yonghong Li ha trovato un socio che presumibilmente farà conoscere al Tas. Fra il Diavolo e gli Gnomi, noi stiamo con il Diavolo.

 

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