Milan, Gattuso: «Allegri criticato dopo Madrid. Ora lo osannano»

«La partita con l'Inter vale tre punti come le altre. Mi preoccupano solo gli strascichi se andasse male» ha detto il tecnico rossonero nella conferenza stampa prima del derby
Milan, Gattuso: «Allegri criticato dopo Madrid. Ora lo osannano»© Getty Images for Lega Serie A

MILANO - Il Milan di Gennaro Gattuso, reduce da cinque vittorie e dieci risultati utili consecutivi, che le hanno permesso di superare l'Inter al terzo posto e di mettere fiato sul collo al Napoli attualmente secondo, si appresta a vivere, domani sera, nel posticipo della 28ª giornata, il derby della Madonnina con i cugini guidati da Luciano Spalletti. Il tecnico rossonero, come di consueto, presenta il match in conferenza stampa.

IL DERBY - Si parte dalla sfida ai cugini: «Ogni derby ha una storia a sé, non dobbiamo pensare a quello di quattro mesi fa. Sarà un derby diverso, sento da 4-5 giorni dire che l'Inter è morta e che siamo favoriti: non é così. Dobbiamo giocarla con cuore, con testa, rispettare l'avversario, giocando con grande intelligenza, grande cuore e grandissima voglia. Domani il pubblico sarà il 12° uomo in campo per noi, ma l'Inter ci può mettere in difficoltà con i suoi tanti campioni. Dobbiamo essere bravi a evitare la loro pressione alta, all'andata non ci hanno fatto respirare. Sarà la stessa partita: bisogna aver coraggio. All'andata non mi era piaciuto l'atteggiamento, domani dobbiamo giocare con testa libera facendo le cose che dobbiamo fare. Sono tre punti come le altre, non sono preoccupato dal match in sé, ma cosa potrebbe lasciare la gara se le cose andassero male. Mi preoccupano di più le altre 10 partite dopo queste, se dovessimo vincerla a livello mentale daremo qualcosa in più nei prossimi mesi. Mi riallaccio alle parole di Calhanoglu: è una partita che può servire a tutti; siamo una squadra giovane e una buona gara può aiutarci a continuare il nostro percorso. È quel tipo di partita in cui si deve parlare poco, mi dava fastidio da giocatore quando qualcuno veniva e mi punzecchiava. In altre partite bisogna stare a rompere le scatole, nel derby si sente l'aria diversa, più nervosismo. Abbiamo lavorato tanto sul campo, ma pochissime urla e poco incitamento, c'è già tanta pressione. Rissa? Sono d'accordo con Spalletti: non dobbiamo fare a botte. Bisogna quantificare la rabbia, non possiamo andare in campo e fare una partita nervosa: ci vuole testa e grande lucidità. Ci vuole tanto, tanto, tanto rispetto dell'Inter».

ICARDI - Sull'attaccante argentino, in rotta con la società: «Non sono abituato a pensare agli altri, non sono nello spogliatoio dell'Inter. Penso che anche il calciatore più forte al mondo deve avere rispetto degli altri componenti e, se uno manca di rispetto, in quel momento divento iracondo. Lo spogliatoio è sacro, mi piace quando ci si dicono le cose in faccia; meglio mandarsi a quel paese e poi mettere il rancore da parte... Ci siamo passati prima in questo periodo negativo, come le figuracce in Europa, ma questa è stata la nostra forza, non dobbiamo cascare in questo giochino e pensare di essere favoriti, con umiltà, rispettando l'inter. Non dobbiamo dimenticarci quello che noi abbiamo passato prima di loro. Non esiste una favorita, il derby si vince controllando bene le emozioni e perdendo meno energie possibili prima del fischio d'inizio: è normale che si siano anche valori tecnici, ma dobbiamo arrivarci senza pensare di essere favoriti, ma con la testa libera. Non ci dobbiamo dimenticare le prime 7-8 partite di questo campionato, in cui abbiamo pareggiato partite che meritavamo di vincere, prendevamo gol ad ogni partita, con il primo clean sheet alla 13ª giornata. Il fatto ora di non prendere gol, ribaltando risultati al 90', ci ha rafforzato».

I SINGOLI - Spazio ai potenziali protagonisti del match: «Tentazione Biglia? Domani lo vedrete. Piatek può fare la differenza? No, il collettivo. Ne ho visti pochi in vita di mia in grado di vincere le partite da soli, noi non siamo nelle condizioni per farlo. Ho fatto poco col Pistolero, non parlo tantissimo con lui. Sto cominciando a vedere qualche sorriso in più, pensavo che all'inizio fosse arrabbiato con me... Gli piace allenarsi, non riposa più di un giorno, non c'è bisogno di parlare molto con lui: sa quello che deve fare. Musacchio è cresciuto molto, ma i meriti non sono solo dei difensori. Musacchio non è solo cuore e grinta, ma ogni volta che prende la palla ne sbaglia poche, riuscendo a imbucare: sento poche persone che notano questo. Sono tre o quattro partite che stiamo prendendo punizioni dal limite, ma ne abbiamo presi pochissimi in un anno o mezzo. Possiamo fare meglio, la media è molto bassa. Vedo calciare i giocatori, Calhanoglu e Suso calciano bene, così come Biglia».

IL MESTIERE - Incalzato circa uno Spalletti a rischio esonero in caso di sconfitta, Gattuso analizza più a fondo il delicato mestiere dell'allenatore: «Fa parte del gioco essere in discussione, sono i risultati che determinano la carriera di un allenatore. Io non ho mai pensato all'esonero, ma solo a lavorare e a centrare gli obiettivi. Non c'è nessuna rivincita. Noi dobbiamo conitnuare a crede nel nostro obiettivo facendo risultati, provando a tornare in Champions, ci sono tante partite ancora. Il calcio è bello perché ti mette sempre in discussione. Allegri dopo Madrid è stato criticato, poi dopo il ritorno tutti si sono rimangiati quello che hanno detto. Bisogna lavorare, mi sento un privilegiato a fare questo lavoro. Non sono ancora bravissimo, a volte faccio una manica più lunga dell'altra, un risvolto sui pantaloni... Dobbiamo migliorare, non sono un sarto al 100%. Io devo imparare, se voglio diventare un allenatore incredibile, sull'aspetto del discutere con i giocatori avversari. Ho sbagliato, devo migliorare. In tribuna stampa come ho vissuto la partita? Non ricordo nulla...».

SECONDO POSTO e BERLUSCONI - «Il Napoli è una squadra fortissima, ha un vantaggio ampio ed ha Ancelotti che sa come fare il turnover. Noi dobbiamo arrivare in Champions, non interessa secondo, terzo o quarto posto...», il commento riguardo la rincorsa al secondo posto. Poi, una battuta (neanche troppo velata) sui commenti, spesso invadenti, dell'ex presidente Berlusconi: «Non l'ho sentito, bisogna rispettare le sue parole, ma le decisioni le prendo io».

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